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Fuorilegge prima ancora di nascere

Il ministro Lorenzin corre ai ripari e annuncia un decreto sull'eterologa, ma intanto molti centri sono partiti con la pratica

Fuorilegge prima ancora di nascere

RomaEterologa della discordia. Oggi in Italia si può andare in un centro specializzato e chiedere la fecondazione attraverso la donazione dei gameti o no? Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, assolutamente no. Occorre attendere il decreto con le linee guida che, annuncia il ministro, «è già pronto». Si tratta per il momento di uno schema che però sarà sottoposto al consiglio dei ministri in questa settimana.

Ma la verità è che molti centri privati sono già partiti. E intanto la Regione Toscana ha deciso di autorizzare alla fecondazione con donazione dei gameti i propri centri specializzati (pubblici, privati e convenzionati) con una delibera regionale esecutiva. Insomma da domani la fecondazione eterologa si potrà ufficialmente fare in Toscana ma ancora no nelle altre regioni.

Un caos frutto anche del braccio di ferro tra i centri e le associazioni che si occupano di fecondazione e la Lorenzin. Per i primi la sentenza della Consulta, che ha cancellato il divieto di eterologa introdotto con la Legge 40, ha di fatto automaticamente legittimato la procedura mentre il ministro ritiene che vada prima regolamentata, soprattutto per esigenze di salute pubblica, ed ha incaricato una commissione scientifica composta da medici e giuristi di dare indicazioni sulle regole. Gli esperti hanno già reso pubbliche una serie di regole alle quali i centri specializzati dovrebbero attenersi per poter essere autorizzati alla procedura.

Limiti e paletti simili a quelli di altri paesi europei. Assoluto anonimato dei donatori ed un limite al numero dei nati per ciascun donatore, indicativamente 25 per una comunità di circa un milione di abitanti. Sì alla possibilità per una coppia di avere più figli dallo stesso donatore biologico. Si prevede pure un rimborso per il donatore, analogamente alle donazioni di midollo e di sangue e la creazione di Bio-banche pubbliche dei gameti in possesso di tutti i dati anamnestici necessari in caso di esigenze di salute del ricevente.

Sono gli stessi esperti poi a sottolineare che in effetti dopo la sentenza della Consulta «non sussistono particolari impedimenti alla attivazione delle procedure per l'eterologa». Ma attenzione, quello degli esperti anche se sollecitato dal ministro rappresenta soltanto un documento di consulenza informale che non ha il valore di un provvedimento legislativo. Queste indicazioni non rappresentano un via libera per i centri.

La Lorenzin infatti ha già ribadito nettamente più volte che è necessario attendere l'emanazione delle linee guida del ministero prima di partire con l'eterologa e oggi il ministro sarà in commissione Affari sociali della Camera per un'audizione su questo tema.

Diversa la situazione per la Toscana che a questo punto con l'autorizzazione regionale potrà partire. Non si tratta però, assicura l'assessore alla Salute toscano Luigi Marroni, di «una fuga in avanti» in contrasto con le decisioni del governo ma di una necessità perché, «dopo la sentenza della Consulta si è aperto uno spazio di incertezze». È il presidente della Toscana, Enrico Rossi, a sottolineare che «il privato potrebbe già operare senza regole» e che dunque non era possibile aspettare ancora per dare norme sicure almeno relativamente al rispetto dei «protocolli medico-sanitari rigorosi e dell'assoluta gratuità delle donazioni». Rossi assicura che non appena verranno emanate le linee guida nazionali la Toscana si adeguerà a quelle. L'iniziativa dell'amministrazione toscana e la segnalazione sul rischio che i privati stiano già operando in assenza di regole certe è però sicuramente la spia di quanto sta già accadendo: l'eterologa è in realtà operativa in molti centri.

Anche la Lorenzin infatti segnala che «è necessario intervenire con la massima urgenza».

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