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La furbata del premier: elemosina ai pensionati (col tesoretto fantasma)

L'annuncio di Renzi: "Ad agosto daremo 500 euro a 4 milioni di persone, zero sopra i tremila euro". Risorse tutte da trovare. E servono altri 16 miliardi

La furbata del premier: elemosina ai pensionati (col tesoretto fantasma)

Roma - Visto l'andamento dei sondaggi (soprattutto in Liguria), Matteo Renzi gioca il «jolly», come a Giochi senza Frontiere . Ed annuncia che in agosto il governo restituirà «a 4 milioni di pensionati 500 euro a testa», quale prima risposta alla sentenza della Corte costituzionale. Ed a proposito della sentenza, osserva: «Quella della Consulta non è stata una sentenza politica, ma non mi metto a fare polemiche».

Il premier precisa che il rimborso non sarà per tutti. «Saranno escluse - dice - le pensioni sopra i 3.000 euro». A conti fatti, i 500 euro li riceveranno i lavoratori a riposo con un assegno lordo compreso fra i 1.443 ed i 2.999 euro al mese. Oggi alle 12 è convocato un Consiglio dei ministri. Non è ancora sicuro che la norma sblocca-rimborsi verrà portata all'esame collegiale del governo. Al momento si sta lavorando ad un provvedimento-ponte, in grado di stabilire - sulla carta - i tempi dei rimborsi. In attesa che siano disponibili le risorse. E con la speranza di poter modificare la legge Fornero in autunno. I soldi per rimborsare i pensionati, tecnicamente, non ci sono. Il presidente del Consiglio dice che recupererà i 2 miliardi necessari «dalle misure che mi ero tenuto contro la povertà». In realtà, si tratta del famigerato tesoretto , emerso (sulla carta) dalla differenza fra il deficit programmato di quest'anno ed il nuovo indicato dal Documento di economia e finanza (Def). Lo scarto è dello 0,1%. Vale a dire, 1,6 miliardi di euro. «Non credo che sia una cosa corretta, dopo la sentenza della Corte Costituzionale tutti i pensionati devono vedersi restituiti i soldi», ha detto in serata al Tg1 l'ex premier Silvio Berlusconi.

È noto che una parte del ministero dell'Economia è sempre stata contraria a considerare queste risorse come un tesoretto da spendere vuoi sottoforma di iniziative contro la povertà, vuoi come rimborso ai pensionati. Non lo prevedono i trattati Ue. In più, per la contabilità pubblica il tesoretto indicato dal Def non esiste. Per farlo emergere, c'è bisogno di portare (con qualche forzatura) quelle risorse nel Bilancio dello Stato. E questo può avvenire solo con il Bilancio di assestamento: documento contabile che verrà portato al Consiglio dei ministri nella seconda metà di giugno. Da queste difficoltà, nascono gli ostacoli dell'ortodossia tecnica affinché oggi il Consiglio dei ministri approvi un decreto sulle pensioni. Da giorni, però, all'Economia stanno pensando di costruire un decreto che, attraverso tagli di spesa orizzontali ai ministeri, riesca ad anticipare gli effetti dei rimborsi. Da qui, l'ipotesi di un provvedimento-ponte dai contenuti «politici». A sostegno di questa forzatura giuridica interverrebbe anche la natura dei rimborsi. I 2 miliardi annunciati da Renzi sono, per loro natura, un' una tantum .

Vale a dire che, proprio perché «one off», non devono essere considerati nel deficit strutturale; ma solo in quello nominale. In tal caso, il deficit di quest'anno potrebbe arrivare al 2,8%. Resterebbe in qualunque caso sotto il limite del 3% e sarebbe comunque in discesa, rispetto all'anno scorso. Una soluzione che potrebbe essere accolta da Bruxelles, che aveva detto di voler avere indicazioni su come l'Italia avrebbe fronteggiato la maggiore spesa determinata dalla sentenza della Consulta. Maggiore spesa che lo stesso presidente del Consiglio quantifica in tv a «18 miliardi di euro». Rimborsati entro agosto i 2 miliardi, ne rimarrebbero 16 da restituire. Vale a dire, un punto di Pil. Che potrebbe essere spalmato negli anni a venire. Anche appesantendo il deficit. Il profilo di finanza pubblica disegnato dal Def consente un'operazione del genere. Sono una decina di giorni che il Mef ha elaborato queste soluzioni. Renzi, però, ha atteso di mettere a punto la migliore forma di comunicazione possibile per annunciare l'operazione-rimborsi. E l'occasione è venuta dalla tribuna offerta dalla tv pubblica. E di domenica.

Con un pubblico formato in larga parte di pensionati.

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