Garlasco, la "verità" della spazzatura

Nessuna traccia di Sempio nell'immondizia di casa Poggi. Disposti nuovi esami

Garlasco, la "verità" della spazzatura
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Ci sono solo le tracce che non potevano non esserci, le impronte genetiche che confermano il racconto della normalità che precedette la tragedia. La sera del 12 agosto 2007, la frugale ultima cena di Chiara Poggi, nella villa di Garlasco insieme al suo fidanzato Alberto Stasi; e l'ultima colazione, la mattina dopo, pochi minuti prima che l'assassino suonasse alla sua porta. Sulla cannuccia di un Estathè, bevuto la sera, c'è il Dna di Stasi. Sui vasetti di Fruttolo, il Dna di Chiara. Nient'altro. I pubblici ministeri di Pavia, che dopo diciotto anni hanno riaperto il caso, non si aspettavano da questa tranche di accertamenti rivelazioni sconvolgenti. E le rivelazioni non sono arrivate, nel valzer inesausto di indiscrezioni che - non certo per volontà della Procura - accompagna l'indagine.

Si tratta, spiega all'Ansa il consulente generico della famiglia Poggi, Dario Redaelli, di risposte ancora non definitive, "dati grezzi emersi dagli esami di laboratorio sulle campionature della spazzatura. Il confronto avverrà dal 4 luglio quando si apriranno i reperti conservati al freddo, ossia i tamponi di Chiara, Alberto e anche di Andrea Sempio". Ma il responso iniziale appare destinato alla conferma, "non è detto che non sia corretta, ma è un esito di parte e non ufficiale, divulgato in televisione" nonostante gli appelli alla riservatezza dei magistrati.

Dunque non ci sono, sui vasetti né sulla cannuccia, tracce genetiche di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, ora indagato per l'omicidio finora attribuito a Stasi: ma non era logico che ci fossero. "I primi risultati emersi dalle analisi confermano quanto già ribadito più volte dal mio assistito - dice Angela Taccia, legale dell'uomo - e cioè che egli non è mai entrato in quella casa il 13 agosto 2007". In realtà, l'assenza di tracce conferma solo che Sempio non fece colazione con Chiara. Ma questo i pm non l'hanno mai nemmeno pensato, la dinamica dell'omicidio è tra le poche certezze del vecchio processo che la nuova inchiesta non mette in discussione, per i pm pavesi Sempio - da solo o con un complice - colpisce Chiara subito, all'ingresso, appena la ragazza apre la porta. Non c'è il tempo per i convenevoli, non c'è tempo neanche per litigare. Qualcosa di importante, nella ricostruzione, cambia solo sull'animo con cui l'assassino si presenta a casa dei Poggi. Per la vecchia sentenza non si trattò di un omicidio premeditato, Stasi decise di uccidere Chiara su due piedi. Per i nuovi pm, invece, Sempio bussa alla porta di via Pascoli già pronto ad ammazzare.

Ma la teoria ha bisogno di elementi concreti su cui camminare, e così si spiega la nuova quantità di accertamenti che gli inquirenti mettono sul piatto. Secondo quanto riferito ieri dall'Adnkronos, i pm hanno disposto con una nuova memoria depositata nei giorni scorsi "che sui reperti etichetta in carta arancione Estathè", sacchetto spazzatura, sacchetto biscotti e sacchetto cereali sia effettuata l'esaltazione delle impronte digitali latenti".

Non si cerca solo Dna, dunque, ma anche impronte sfuggite alle indagini del 2007: e con "modalità dattiloscopiche che saranno concordate tra i periti e i consulenti tecnici nominati, trattandosi questa di attività di natura irripetibile soggetta a modificazione non evitabile a causa del tempo trascorso". Con quale obiettivo? Probabilmente, solo per escludere ogni altra pista, anche la più inverosimile. Per non lasciare inutilizzati i reperti disponibili. E poi puntare dritto sulla colpevolezza di Sempio.

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