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Gas, prezzi alle stelle: Nord Stream non riapre

Gasdotto chiuso, rischio nuove fiammate sui mercati. E La Ue lavora allo scudo

Gas, prezzi alle stelle: Nord Stream non riapre

La canna del gas dell'Europa si chiama North Stream 1. Se oggi non apre - come sembrerebbe - i prezzi saranno destinati a salire ancora una volta. Fino a sfondare di nuovo il muro dei 300 euro a megawattora. Ma ogni previsione è sterile. L'allarme sulle forniture è alto, la cifra la danno i 65 miliardi di euro messi in campo dalla Germania (che di North Stream 1 è la prima vittima) per evitare il caro bollette. «Siamo attrezzati per superare l'inverno», dice Berlino, forte di stoccaggi mai così alti, all'85%. Fra le misure più rilevanti del nuovo pacchetto c'è la tassa sugli extra profitti delle società energetiche. Confindustria tedesca e opposizione premono perché le centrali atomiche in via di spegnimento restino accese «o si rischia il blackout all'inizio dell'inverno».

Il tema del nucleare italiano accende anche la platea di Cernobbio, con Enrico Letta e Matteo Salvini a sganciarsi battute e frecciatine: «Pd e 5Stelle hanno votato contro gas e nucleare», dice il segretario della Lega Matteo Salvini al Forum Ambrosetti. «Spiega che cos'è la tassonomia...», è sbottato Letta. «Si tratta della proposta europea per includere nucleare e gas nelle fonti green. Pd e 5Stelle hanno votato contro» ha replicato Salvini.

La minaccia di Mosca («sull'Occidente arriverà una grande tempesta globale») lanciata dal vicepremier di Vladimir Putin con delega per l'Energia, Alexander Novak, è un segnale da non sottovalutare. Tecnicamente il blocco del gasdotto North Stream 1 - dove transitavano 55 miliardi di metri cubi all'anno, destinati principalmente alla Germania - è dovuto unicamente alle misure europee che ne hanno impedito le adeguate riparazioni. Il rischio dell'impennata «non è una minaccia a vuoto», dicono alcuni analisti, perché l'annuncio da parte di Gazprom è arrivata a mercati chiusi. Oggi alla riapertura delle contrattazioni dell'indice olandese Ttf del gas di Amsterdam, da tempo nel mirino di chi vede una speculazione in piena regola, si ballerà la Prisyadka, una danza che mescola arti marziali e capitomboli improvvisi. Il Cremlino, da parte sua, continua a difendere l'affidabilità di Gazprom, che non ha colpe di fronte «all'assurdo rifiuto degli europei di riparare le attrezzature per il North Stream», come ha detto portavoce di Putin Dmitri Peskov, prima di lanciare l'allarme sulla «tempesta perfetta» se non finiscono le sanzioni.

Oggi si riparlerà di price cap, ovvero del prezzo al gas. Ma mettere al riparo consumatori e imprese dal caro bollette è impresa ardua, tutta da definire. In attesa che i tecnici europei mettano a punto i loro progetti per il cosiddetto «scudo Ue» ai prezzi, in vista dell'appuntamento clou, quello dei ministri dell'Energia fissato per venerdì, si ragiona sulle opzioni. Secondo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen fissare un tetto al prezzo del gas significherebbe limitare gli guadagni di Mosca. Ma se Gazprom decidesse davvero lo stop totale delle forniture i Paesi Ue e le rispettive aziende dovrebbero mettersi d'accordo per procedere ad acquisti comuni, a prezzi calmierati. Una strada difficile. Di contro la Commissione Ue starebbe lavorando a una «riduzione concordata e programmata» dei consumi di energia elettrica.

Scenari da conflitto mondiale.

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