Gaza, giustizia fai da te per colpire il governo

Un dirigente del Cnr denuncia l'esecutivo alla Corte penale internazionale: "Premier e ministri complici del genocidio"

Gaza, giustizia fai da te per colpire il governo
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Un curriculum alto così e la volontà di fare male, molto male, al governo. Non è una moda, per fortuna, ma è una tendenza. C'è stato il precedente dell'esposto presentato dall'avvocato Luigi Li Gotti per la vicenda del comandante libico Almasri. Ora sulla stessa strada si incammina Fabio Marcelli, Giurista Democratico, naturalmente con le maiuscole, professore universitario, autore di molti libri e pubblicazioni, dirigente dell'Istituto di studi giuridici internazionali del Cnr. Marcelli mette nel mirino mezzo governo e, già che c'è, pure l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani per quello che secondo lui è, senza se e senza ma, il genocidio commesso da Israele a Gaza.

Una volta intemerate del genere viaggiavano come proiettili vaganti e le autorità giudiziarie facevano a gara a scansarli.

Ma i tempi sono cambiati e tecnici agguerriti e preparati possono trovare sponda dove prima c'era solo silenzio e imbarazzo. Il dossier di Li Gotti ha messo in moto un'indagine clamorosa con l'iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni, poi archiviata, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano e, da ultimo, del capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi.

Il Giurista Democratico va anche più lontano e scavalca la nostra magistratura, rivolgendosi nientemeno alla Corte penale internazionale. O almeno questo sembra il suo intendimento, esplicitato con un post sul blog del Fatto Quotidiano, scritto con un linguaggio barricadero che rimanda al terzomondismo più duro, anni Settanta: "La guerra mondiale che si avvicina a grandi passi - è l'incipit - riempie di gioia e di speranza i rappresentanti della florida industria degli armamenti".

Segue la freccia incendiaria, quella che nel passato spesso si spegneva nel prestigioso cestino di qualche importante ufficio e oggi invece potrebbe alimentare l'incendio: "Costoro sono responsabili in prima persona di guerre e genocidi in atto e per questo motivo la denuncia per complicità in genocidio che trasmetteremo a inizio ottobre alla Corte penale internazionale riguarderà, oltre a tre pilastri del governo italiano come Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Guido Crosetto, anche l'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani".

Insomma, la notizia è che la Corte Penale internazionale, organismo che peraltro di questi tempi ha una credibilità traballante, potrebbe valutare l'operato del nostro esecutivo, a cominciare dalla premier Meloni. Così come ha fatto con Benjamin Netanyahu ordinandone l'arresto. Si afferma così una linea sempre più marcata: il diritto al posto della politica o, meglio, la politica fatta da uomini di legge che citano convenzioni e trattati internazionali e agiscono con azioni mirate, condivise da frange radicalizzate. La politica estera, materia complessa che deve tenere conto di infinite spinte e controspinte, viene così semplificata in modo brutale e ridotta ad una contesa fra i buoni e i cattivi.

Marcelli si è cimentato sulla Rivista di diritto internazionale su temi spigolosi come La condizione giuridica internazionale del Fronte Polisario, o ancora Considerazioni giuridiche sull'intervento statunitense a Panama e, poi, Gli accordi fra Israele e Olp. L'epoca è quella che è: la politica balbetta e la diplomazia latita; così lo spazio viene riempito da giudici e giuristi, sempre più capaci di imbrigliare i leader dei propri Paesi e metterli sotto accusa, lanciando un assist all'opposizione. Marcelli punta il dito come Li Gotti ma il capo d'imputazione, per ora virtuale, è ancora più devastante: genocidio. Anche se l'Italia ha preso ripetutamente le distanze dal governo di Netanyahu e aiuta in molti modi la popolazione stremata di Gaza.

"Abbiamo un nuovo cattivo maestro" osservano da Forza Italia.

"È gente talmente accecata dall'odio e dall'ideologia da non rendersi conto della gravità delle parole che pronuncia" osserva duro Raffaele Nevi, portavoce azzurro. E il capogruppo Maurizio Gasparri parla di un clima d'odio alimentato di chi "confonde la realtà con la fantasia".

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