Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia, esce dalla difficile chiusura delle liste elettorali, con inevitabili rifiuti e malumori interni, e si rituffa negli appuntamenti in giro per l'Italia per la campagna che porta al voto, molto vicino, del 25 settembre.
«Sto andando ad Arcinazzo per degli incontri - spiega -, domani (oggi,ndr) sarò al meeting di Comunione e liberazione a Rimini per il dibattito con i rappresentanti degli altri partiti, il 26 settembre andrò a Ceglie Messapica per la kermesse di Affariitaliani e sabato sarò a Napoli (sono capolista anche in Campania per la Camera, mentre Berlusconi per il Senato), poi parteciperò ad un confronto con Enrico Letta in Piemonte i primi di settembre».
Una campagna elettorale breve, intensa e in piena estate...
«Si, ma ci stiamo impegnando per raggiungere il maggior numero di italiani possibile, presenti anche in stazioni, aeroporti e autogrill per lanciare i nostri slogan: "La sinistra o noi" e "Al centro dell'Italia e al centro dell'Europa". Per parlare ai giovani stiamo molto usando i social, lo stesso Berlusconi con le sue pillole del programma quotidiane ha fatto un balzo in avanti conquistando moltissimi followers. È molto presente nella campagna elettorale, da protagonista e lo vediamo dalle reazioni degli avversari, come dalle strumentalizzazioni sul presidenzialismo. Vuol dire che a sinistra dà fastidio, perché loro vorrebbero occupare il centro, dove siamo noi».
Chiudere le liste è stato più difficile del solito per Fi, anche per il taglio dei parlamentari, e ha creato scontenti per gli esclusi e chi non ha ottenuto un seggio sicuro?
«Di sicuro non c'è più nulla, bisogna combattere e conquistarsi il posto in Parlamento, lo dico io che sono stato sempre eletto con le preferenze al Parlamento europeo. Stavolta ci sono 230 deputati e 115 senatori in meno, dunque non poteva esserci posto per tutti gli uscenti. Abbiamo riconfermato le candidature in larghissima parte, pur introducendo volti nuovi con significati particolari, per aprire alla società civile: Rita Dalla Chiesa che, oltre alle sue qualità di professionista della tv, porta il nome di chi si è battuto fino all'estremo sacrificio contro la mafia, il presidente di Confapi Maurizio Casasco per dare un segnale al mondo delle piccole-medie imprese, la campionessa olimpica Valentina Vezzali per l'attenzione al mondo dello sport.
Tra gli scontenti e gli esclusi ci sono nomi noti, Baldelli, Giacomoni, Moles, Ruggeri...
«Nelle candidature non cera spazio per tutti in posizioni eleggibili, si sapeva dall'inizio, anche tra i più meritevoli. I malumori sono fisiologici e nel fare scelte difficili c'è stato anche il mio rammarico personale, ma chi si impegnerà nella campagna elettorale farà comunque parte della squadra azzurra che sarà vincente e tanti saranno valorizzati alle elezioni regionali, amministrative, europee».
Quali i criteri?
«Quelli indicati dal comitato di presidenza: qualità, competenza, coerenza, onestà, esperienza, fino alla regolarità nel pagamento delle quote al partito. Abbiamo voluto liste forti e competitive perché puntiamo al massimo successo, a quel 20% indicato da Berlusconi, per realizzare il nostro programma: abbassamento della pressione fiscale, aumento delle pensioni, riduzione del cuneo fiscale e della burocrazia, giustizia più giusta, grande attenzione per i giovani e per il Sud».
Anche lei come Berlusconi si candida, per lasciare il Parlamento europeo di cui è stato presidente.
«Dopo 30 anni a Bruxelles punto a tornare in Italia, alla Camera, per mettere la mia esperienza al servizio del Paese. Penso di poter essere utile in questo momento critico».
Nel simbolo di Fi figura il Ppe e siete gli unici nel centrodestra. Volete bilanciare il peso della destra di Lega e FdI?
«È un chiaro messaggio: siamo i rappresentanti dei popolari europei in Italia, siamo noi il centro e non ne esiste altro, noi difendiamo i valori di europeismo e atlantismo, la centralità della persona, la solidarietà, la sussidiarietà, la libertà. Fi è indispensabile per una coalizione di centrodestra equilibrata».
È anche un modo per contrastare i nuovi gruppi che vogliono occupare il centro, a partire da quello di Calenda-Renzi?
«Dopo le elezioni si schiereranno con la sinistra, come già hanno fatto in Trentino con un simbolo insieme e come hanno fatto a Roma per l'elezione del sindaco Gualtieri».
Crea imbarazzi avere avversarie in Azione le ex ministre azzurre Gelmini e Carfagna?
«Noi siamo coerenti e continuiamo sulla nostra strada, loro fanno una coalizione da Scherzi a parte».
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