
Milano«Vittima di linciaggio politico». Non ha dubbi Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, nel valutare la vicenda di Maurizio Lupi. E così, colei che anche da coordinatrice lombarda degli azzurri da tempo lavora come pontiere per ricucire un'alleanza con Ncd, continua a ritenere praticabile l'ipotesi che Lupi possa essere candidato sindaco di Milano da una coalizione moderata di centrodestra. Una mano politicamente tesa in un momento in cui intorno a Lupi sembra essersi creato il vuoto.
«Per noi è una persona perbene, una persona onesta. Che sia candidato del centrodestra è un'ipotesi che c'è sempre stata e che non viene meno per queste vicende» spiega Gelmini. L'ex ministro di Forza Italia sottolinea come le sue dichiarazioni in difesa di Lupi siano in continuità con l'atteggiamento che Forza Italia ha sempre avuto nei confronti delle persone coinvolte in vicende giudiziarie o, come accade adesso, in semplici intercettazioni. «È una persona non indagata, che si è dimessa pagando un prezzo che non doveva pagare, per qualche stralcio di intercettazione» attacca Gelmini. E la vicenda del Rolex? «Non entro neanche nel merito. Siamo garantisti verso chi è indagato, figuriamoci verso chi non è indagato, come in questo caso».
La candidatura di Lupi per Palazzo Marino è stata sul tavolo per lungo tempo. A osteggiarla la Lega, o meglio il segretario Matteo Salvini, perché Maroni si è mostrato decisamente possibilista. E Gelmini interviene anche sul tema delle alleanze con il Carroccio.
In Veneto, dove la situazione è calda, anzi esplosiva, dice Gelmini, «non è esclusa la possibilità che Forza Italia si candidi da sola. Il presidente Berlusconi l'ha detto. E l'atteggiamento di Salvini, che vuol decidere tutto lui, crea uno squilibrio che è difficilmente colmabile».