Politica estera

Germania, l'addio della ministra della Difesa. Lambrecht travolta dalle gaffe sull'Ucraina

Sfilza di scivoloni: dallo sci in Tirolo al video di fine anno coi fuochi d'artificio

Germania, l'addio della ministra della Difesa. Lambrecht travolta dalle gaffe sull'Ucraina

Quando l'8 dicembre del 2021 Olaf Scholz divenne il primo cancelliere del dopo Merkel apparse subito chiaro che la sua maggioranza tripartita avrebbe avuto vita più tormentata di quelle a due guidate dalla leader venuta dall'est. Imbarcando Verdi e Liberali (due formazioni con pochi obiettivi in comune e tanti divergenti), il socialdemocratico Scholz diventava un po' più italiano, ossia un po' più traballante, dei suoi predecessori. Proprio ieri il cancelliere ha perso un pezzo del suo governo: si è dimessa la collega di partito Christine Lambrecht, titolare della Difesa e, in passato ministra della Giustizia e della Famiglia. Il cancelliere ha ringraziato Lambrecht aggiungendo che rispetta la sua scelta. Lo stesso ha fatto la titolare degli Esteri, la verde Annalena Baerbock, sommando un empatico: «Abbiamo lavorato molto bene insieme».

La verità è che il governo tira un sospiro di sollievo perché la povera Lambrecht era partita da subito con il piede sbagliato. Nel corso dei suoi 400 e rotti giorni alla guida della Difesa, la ministra ha poi inanellato una serie di gaffe grandi e piccole, precipitando a fondo della lista sulla popolarità dei membri dell'esecutivo, una posizione da cui non è mai riuscita a risalire. L'aggravante del caso della 57enne è che non è stata vittima dell'instabilità politica ormai parte costitutiva del gabinetto Scholz. Piuttosto i critici le rimproverano la sua inadeguatezza un po' per la scarsa competenza in materia di Bundeswehr un po' per la non comune mancanza di carisma.

Eppure bisogna anche riconoscere a Frau Lambrecht la complessità del ruolo. Da anni la Bundeswehr fa notizia solo per il pessimo stato del suo equipaggiamento: la ministra socialdemocratica ha ereditato i problemi degli ultimi 20 anni. Problemi resi molto più gravi e urgenti dalla guerra russo-ucraina. Le attenuanti, insomma, ci sarebbero. Ma una settantina d'anni di antimilitarismo militante tedesco di matrice tanto cristiana quanto socialdemocratica non hanno aiutato la ministra a esprimere vicinanza alle truppe. Appena insediata, andò a sciare in Tirolo anziché andare a salutare i soldati tedeschi di stanza in Lituania. E se il cancelliere tedesco si è sempre mostrato titubante in tema di invio di aiuti militari all'Ucraina, non avrà certo trovato incoraggiamento in una Lambrecht che alla vigilia dell'invasione russa suggerì di inviare a Kiev 5mila elmetti in segno di solidarietà: un'uscita che lasciò sbalordita la presidenza Zelensky, ma anche l'opposizione moderata (Cdu/Csu). Di gaffe in gaffe, lo scorso maggio Lambrecht ha usato un elicottero militare per spostarsi da Berlino verso una base area nel nord, portandosi dietro il figlio di 22 anni, che ha postato le immagini procurandosi le critiche di chi urlava contro «la casta». Ma Lambrecht ha scritto il proprio epitaffio politico la notte dello scorso Capodanno mandando in rete un video nel quale parlava della guerra in Ucraina sullo sfondo dei botti e dei fuochi d'artificio che a Berlino fanno impallidire quelli di Napoli.

Ieri Scholz ha assicurato che procederà alla sostituzione «in tempi rapidi».

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