Il ghiaccio le restituisce i corpi dei genitori a 75 anni dalla scomparsa

Erano stati dati per dispersi in Svizzera nel 1942: ora la montagna svela due mummie

Avere una risposta alle domande è sempre una fortuna. Non importa quali siano le risposte, evidentemente. Né quanto tempo dopo la domanda esse arrivino. Gli zaini, gli orologi e i libri. E lei che è grata, comunque. Perché è finita l'attesa e ha avuto ragione la speranza ostinata di ritrovarli. Perché sono finite quelle piccole fitte di aspettativa che le hanno penetrato la vita per anni. Ne aveva quattro Marceline Udry-Dumoulin, quando, 75 anni fa, mamma Francine, insegnante 37enne e papà Marcelin, calzolaio 40enne, sono spariti sul ghiacciaio di Les Diablerets, nelle Alpi Bernesi, in Svizzera. E a nulla erano serviti due mesi e mezzo di ricerche degli uomini del villaggio nei profondi carpacci del ghiacciaio: nesssuna traccia della coppia. Nulla da fare.

Marceline era la più piccina di sei tra fratelli e sorelle, quando, affidata alla zia, capì che non si sarebbe mai rassegnata a quella sparizione che aveva posto fine alla parola «famiglia». «Sono tornata tre volte lassù, sempre per cercarli. Mi chiedevo costantemente se avevano sofferto e che cosa erano diventati. Ora ho la fortuna di avere una risposta a queste domande» ha raccontato l'altro giorno quando un dipendente della società Galcier 3000 che gestisci gli impianti sciistici ha fatto il ritrovamento. Li ha avvistati giovedì scorso sullo stesso nevaio attraversato da una delle più lunghe sciovie d'Europa (2,3 chilometri). E appena l'ha saputo, Marceline non ha avuto dubbi: sono i miei genitori, finalmente.

È invecchiata aspettando Marceline, con i giorni, le settimane, i mesi che si sono coagulati in anni. E gli anni si sono allungati, respirando piano. Ha pensato al freddo e alla paura e al buio e a sua mamma che era la prima volta che si spingeva così in cima, per accompagnare suo padre a «nutrire in alpeggio il loro bestiame, come sempre». Era lui, quel padre che aveva il suo stesso nome ad essere abituato a inerpicarsi in quota, a risparmiare il fiato e i movimenti a tendersi e donarsi alla montagna tra prudenti parsimonie e imprudenti generosità. Se li è presi quella signora crudele. Che però è una signora, e allora, dopo settantacinque anni, li ha anche restituiti. La mamma e il papà di Marceline, che oggi ha 79 anni ma li ha sempre aspettati.

Lo sapeva lei, se lo sentiva che si erano impigliati là. Per questo, dalle strade di Chandolin, il paese dove'è nata e dove è rimasta anche dopo essersi sposata, nei giorni nitidi e quando l'aria profumava di freddo e neve Marceline puntava lo sguardo in alto. Se lo sentiva nelle narici e nelle ossa che loro erano là. Se lo sentiva nelle narici e nelle ossa che li avrebbe ritrovati, un giorno. A un certo punto non è più stato importante quando. Li ha riconosciuti subito Marceline, la sua mamma e il suo papà. Non un istante di esitazione dopo anni di attesa.

È strano quando la speranza è un funerale. Ma è così. Adesso glielo può fare. Può fare un funerale ai suoi genitori Marceline, può dare degna sepoltura a quei due corpi oltraggiati e mantenuti dal gelo. Perché il gelo glieli ha restituiti: irriconoscibili ma famigliari. Li rivoleva a tutti i costi Marceline che aveva 4 anni quando li ha visti andare via e 79 quando li ha visti «ritornare», in qualche modo.

Dal tempo fermo che il gelo sa custodire. È in qualche modo un lieto fine, questo. «Per il funerale non indosserò il nero» ha detto Marceline «penso che il bianco sia più appropriato. Rappresenta la speranza, che non ho mai perduto».

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