Il fango è una coltre scomoda e vischiosa, che uccide e poi protegge le sue vittime, non le restituisce volentieri. Il lavoro dei soccorritori a Casamicciola Terme sull'isola d'Ischia, centinaia di donne e uomini impegnati a cercare i dispersi della frana che sabato mattina ha cancellato una grossa lingua di terra che dalle pendici del monte Epomeo arriva fino al porto, fino al mare, hanno ritrovato finora sette cadaveri, ma i dispersi restano quattro e c'è un ferito grave oltre ad altri tre in condizioni meno preoccupanti.
La prima vittima identificata era una donna ischitana di 31 anni, Eleonora Sirabella. Poi nel corso della giornata sono stati estratti dal fango il corpo di una bimba con un pigiamino rosa, quello di una donna anziana, di un neonato di appena venti giorni, quello di un adolescente. Una contabilità difficile. I cadaveri ritrovati sono in condizioni che non rendono facili dar loro un nome e un cognome.
A Ischia dopo il sabato dell'angoscia è la domenica delle salme. La pioggia non scende più, il fango si secca rendendo più facile l'incedere dei soccorritori ma più difficoltoso lo scavo. La morte e la vita si danno la mano. Una donna di 93 anni isolata nella sua abitazione in via Celario aveva bisogno di medicine e qualcuno è riuscito a fargliele avere. Tratta in salvo una famiglia di tre persone bloccata dal fango senza poter uscire di casa. Cinque i nuclei familiari non ancora messi in sicurezza, una ventina di persone tra adulti, anziani e bambini. Alcuni nuclei sono al buio e senza acqua. Una villetta bianca a due piani molto fotografata perché rimasta sospesa in cima al baratro (nella foto) è il simbolo dell'incertezza che attanaglia l'isola: un padre, una madre e tre figli in purgatorio con vista sull'inferno. Le ricerche andranno avanti per tutta la notte anche con l'ausilio di gruppi elettrogeni per illuminare le aree di intervento. La ricerca procederà per zone.
Guaio tra i tanti guai quello degli sfollati, che sono circa 230, tutti quelli che vivono nella zona rossa, ai piedi del monte Epomeo. Molti di loro se ne fregano della prudenza, vogliono solo rientrare nelle loro case, anche solo per prendere i beni di prima necessità, i ricordi, le cose a cui tengono. In tanti ieri si sono messi in fila davanti al posto avanzato dei vigili del fuoco, in piazza Maio, per chiedere di accedere ai propri alloggi. Molti di loro si trovano all'hotel Michelangelo, distante un paio di chilometri dal luogo del disastro. Altri hanno trovato ospitalità presso amici e parenti. «Ora bisogna trovare il coraggio di ricominciare confidando nel sostegno degli amici», dice una di loro. Il timore è che i tempi si allunghino all'infinito come è avvenuto alle case danneggiate dal terremoto del 2017, in molti casi ancora imprigionate nei ponteggi. Ieri il vescovo delle diocesi di Pozzuoli e di Ischia, Gennaro Pascarella, ha provato a consolarli e sostenerli anche con una messa celebrata nell'hotel. «Dopo i giorni della condivisione ci dovranno essere quelli della riflessione», ha scritto in una lettera pubblicata sul sito della diocesi. Gli sfollati sono sostenuti dai cittadini dell'isola, che portano loro abiti e altri generi di conforto, qualcuno a un certo punto è spuntato con in mano pizze fumanti appena sfornate.
A Ischia la vita è sospesa. Il commissario straordinario di Casamicciola e i cinque sindaci dell'isola hanno disposto la chiusura delle scuole oggi e domani.
La procura di Napoli ha aperto un fascicolo relativo alla frana di sabato. Il fascicolo avrebbe come ipotesi di reato disastro colposo. Carabinieri specializzati della Forestale stanno già effettuando, anche con l'ausilio di droni, i primi rilievi utili ai pm partenopei.
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