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Giallo Glushkov, l'oligarca anti-Putin: "Qualcuno ha simulato il suo suicidio"

Il miliardario russo fuggì nel Regno Unito. Tre anni fa fu trovato morto. Rivelata ora l'autopsia: strozzato con un collare da cane

Giallo Glushkov, l'oligarca anti-Putin: "Qualcuno ha simulato il suo suicidio"

Londra. L'uomo d'affari russo ed ex dirigente di AutoVaz e Aeroflot Nikolai Glushkov, trovato morto nel marzo del 2018 nella sua casa di New Malden, quartiere nel sud ovest di Londra, è stato strangolato da un assassino che ha poi posto un guinzaglio per cani attorno al collo della vittima per inscenare un suicidio. Glushkov era un dissidente russo che dal 2010 viveva nel Regno Unito dove aveva ottenuto asilo politico.

Uno degli uomini più in vista dell'imprenditoria russa degli anni novanta, fu nel 2004 condannato per frode e sottrazione di denaro di Aeroflot a favore di un'altra società della sua galassia economica. Dopo altri guai con la giustizia, Glushkov decide di lasciare la Russia per Londra, dove raggiunge il compagno d'affari e amico Berezovsky. Che a sua volta viene trovato morto nel 2013 nella sua casa nel Berkshire, un pezzo di stoffa attorno al collo. Un caso mai risolto dalla polizia, per il quale Glushkov ha detto di non credere al suicidio.

Glushkov e Berezovsky, i cui trascorsi economici e professionali si intersecano di continuo, condividono una forte attitudine critica verso il presidente Putin e la situazione politica in patria. E attribuiscono le vicissitudini giudiziarie che li coinvolgono alla ritorsione del leader russo per le loro attività di opposizione (nel 2017 Glushkov è stato condannato in contumacia in Russia per avere sottratto quasi 100 milioni di dollari dai conti di Aeroflot).

A rendere la sequenza di eventi ancora più opaca, una settimana prima dell'assassinio di Glushkov due agenti segreti russi cercano di avvelenare con il Novichok, a Salisbury, poco distante da Londra, l'ex spia russa Sergei Skripal e la figlia Yulia. Il tentativo va a vuoto ma deflagra la crisi internazionale tra Londra e Mosca, le cui azioni su suolo inglese sempre negate dal Cremlino hanno una lunga storia che risale almeno al 2006, anno di morte di Alexander Litvinenko, ucciso a Londra con il polonio, un isotopo radioattivo.

L'inchiesta sulla morte di Nikolai Glushkov è stata riaperta su richiesta della polizia antiterrorismo inglese che vuole far luce su una vicenda definita molto complessa. Finora nessun arresto è stato effettuato né alcun movente avanzato. Secondo i dati forniti dalla polizia, che ha rinnovato l'appello alla cittadinanza a fornire informazioni utili alle indagini, oltre 1800 testimoni sono stati ascoltati, con oltre 2200 ore di telecamere di videosorveglianza analizzate e 1200 reperti esaminati. Una montagna di dati che avrebbero finora portato in dote la sola presenza di un van nero che è stato filmato in prossimità della casa di Glushkov la notte prima dell'omicidio. Troppo poco per avanzare qualsiasi ipotesi concreta ma la lista delle coincidenze e l'ennesimo caso di omicidio di un dissidente russo rifugiato nel Regno Unito gettano ulteriori ombre sui rapporti tra Londra e Mosca.

In un recente documento del governo inglese in cui si illustrano le linee guida della politica estera del Paese nei prossimi anni, Londra ha indicato la Cina come avversario prettamente economico, riservando a Mosca l'appellativo di stato ostile.

Una scelta criticata da alcuni commentatori come troppo prudente verso Pechino, non certo perché sottovaluta la minaccia russa.

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