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Il giglietto magico a 5 Stelle che ha lanciato il professore

Dalla facoltà di Legge agli studi legali, viaggio nella Firenze di Conte. I contatti con Bonafede e con la sinistra cattolica

Il giglietto magico a 5 Stelle che ha lanciato il professore

Nella stanza 37 al terzo piano del padiglione D4 di Scienze giuridiche a Firenze tutto tace. La porta è sprangata. Ovviamente il professor Giuseppe Conte non c'è «anche perché lui fa lezione mercoledì, giovedì e venerdì», dice un collega. Ma tutto qui attorno parla di lui e non solo gli studenti: «Sì bravissimo, ma distaccato e un po' tiranno, a me ha dato solo 26!», dice Giulia.

Le sue tracce sono sparse per tutta Firenze. Dopo il giglio magico renziano, un altro giglietto magico a trazione M5s sta sbocciando in città, quello che da sempre ha in mente Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia in pectore, per distruggere quello originale di «Matteo il furbo» che ha fatto metastasi in città. «Bonafede ci odia, se va alla Giustizia lui, le campane per noi suoneranno a morto», sussurrano i renziani fiorentini e i Verdini. Il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, avrebbe infatti carte scottanti ferme da tempo nel cassetto in attesa del nuovo governo.

Siciliano di Mazara Del Vallo, Bonafede è a Firenze dal 1995, prima da studente, poi da cultore di diritto privato in facoltà, dove ha conosciuto Conte ricercatore e, infine, da praticante nello studio di Marcello Stanca («ci vediamo frequentemente e collaboriamo») in via Puccinotti dove difendeva già le cause dei no tav e no vax. Da quando ha fatto strada in politica nel 2012 ha aperto uno studio nella più centrale via Lamarmora (Bonafede&partners) con ben 6 soci, e oggi punta tutto sul suo amico professore, che ha sponsorizzato a Luigi Di Maio come premier, come grimaldello per scardinare i renziani da Firenze.

Anche se il centro di potere di Conte resta Roma (dove vivono anche l'ex moglie Valentina, figlia del direttore del Santa Cecilia e il figlio Niccolò di 10 anni) e il suo mega studio Alpa-Conte-Galletto, gli intrecci con Firenze non finiscono con Bonafede, anzi. Associato dal 2000, ordinario di diritto privato (dalla A alla D) dal 2008, Conte è a Firenze da metà degli anni Novanta, prima come ricercatore e poi come docente. Oltre 20 anni di insegnamento che gli hanno fatto conoscere pregi e difetti della città. Foggiano di Volturara Appula, con Firenze non ha nulla a che fare («quando viene dorme in hotel», dicono i colleghi), eppure l'estrazione di sinistra cattolica, la profonda fede per Padre Pio, gli anni trascorsi a Villa Nazareth, tempio del cattolicesimo democratico italiano, lo hanno fanno avvicinare agli ambienti cattolici e a personaggi legati alla sinistra. Come il crotonese Davide Messinetti, docente di diritto privato e figlio del senatore Pci, Silvio. Come il suo maestro, Giorgio Collura, classe 1938, in pensione dal 2010, col quale si è laureato Bonafede. Come i suoi vicini di dipartimento, Umberto Tombari e Philip Laroma Jezzi, nel cui studio Maria Elena Boschi svolse il suo praticantato. Da qui la conoscenza di Conte con la sottosegretaria che ha anche incrociato in facoltà. E come Alberto Bianchi, eminenza grigia del renzismo fiorentino, presidente della Fondazione Open, che molti danno come sentimentalmente vicino alla Boschi, ma che ultimamente, guarda caso, si vorrebbe staccare da Renzi. Un collega del suo stesso dipartimento lo definisce «un uomo di potere. L'ho sempre visto come l'impersonificazione del mondo che sia i 5 stelle che i leghisti volevano abbattere. Mi sembra un paradosso quanto sta accadendo. Forse per questo è stato scelto come architrave tra due forze contrapposte». Il professor Vincenzo Putortì, allievo di Messinetti, due porte più in là, ordinario di diritto privato, è tronfio di orgoglio: «Ha doti per fare il premier, è equilibrato e dialogante. Stempera gli animi». La pensa allo stesso modo la professoressa di diritto commerciale, Paola Lucarelli, «anche se ci ho litigato giorni fa, perché con lui si può anche litigare in quanto sa gestire il conflitto, per questo ci ho scritto un libro insieme, Mediazione e progresso. È un professionista che entra nei problemi e li gestisce». E lusinghiere sono anche le parole della direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche, Patrizia Giunti: «È sempre con le valige in mano ma non fa mai mancare la sua presenza. Conte è la dimostrazione che questa facoltà è espressione di grandi personalità. Io ho insegnato anche al sindaco di Firenze Dario Nardella».

Altro amico di Conte.

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