Gioielliere spara, ucciso il rapinatore

La reazione dopo l'ingresso di quattro malviventi armati. Un fermato, due in fuga

Carnevale, «ogni scherzo vale...». Peccato che sotto quelle maschere non si nascondessero dei burloni, che tutto non fosse un gioco. No erano rapinatori, nei tempi delle maschere diventa più facile nascondersi ma stavolta, e non è la prima, è finita male. Almeno per uno dei «cattivi». Morto, ammazzato dall'uomo che avrebbe dovuto essere la vittima, un complice del malvivente arrestato, altri due in fuga ma braccati. Potrebbero avere le ore contate.

Una scena da Far West a a Frattamaggiore, provincia di Napoli. In un'ora in cui la luce di questa stagione si spegne, chi esce dal lavoro guarda le vetrine, fa la spesa.

Sono stati momenti di panico ieri intorno alle 18.30 in corso Durante, zona centrale affollata in quel momento da centinaia di persone. Obbiettivo dei banditi, arrivati su due scooter la gioielleria Corcione.

Stando a una prima ricostruzione, però ancora tutta da verificare, sembra che la banda sia entrata nel negozio armi alla mano, spianate contro il titolare. Solo che una pistola l'aveva pure lui, l'uomo che volevano rapinare. E lui l'ha estratta facendo fuoco per primo. Un rapinatore è morto, un altro (Luigi Lauro, nato a Caserta, di 28 anni), è stato bloccato da un ispettore di Polizia di un commissariato e in quel momento fuori servizio; altri due banditi sono riusciti a scappare a piedi tra la folla. Ma probabilmente gli investigatori già conoscono i loro nomi.

Immediata è scattata la caccia all'uomo: numerose pattuglie di polizia e carabinieri hanno perlustrato il territorio, controllando le vie d'accesso e di uscita da Frattamaggiore. Ma è dall'identità della vittima e da quella del suo complice bloccato che si arriverà ai complici. Qualche telecamera sembra abbia anche ripreso l'«azione».

Il gioielliere sembra che abbia esploso solo un colpo, ancora a tarda ora gli investigatori stavano interrogandolo. I dubbi sulla dinamica sono ancora tanti. Si spera solo che un qualche giudice decida di incriminarlo per eccesso di legittima difesa.

Portavano le maschere di «Hulk», il gigante verde di fumetti prima e celluloide poi, i rapinatori. Avrebbe dovuto essere forse solo una «spaccata», una vetrina infranta, un colpo rapido tenendo sotto mira il proprietario, via i preziosi esposti e poi la fuga mischiandosi al traffico serale con le moto. Come siano andate le cose esattamente, la sequenza di questa rapina finita in tragedia lo stabilirà in queste ore.

Abbandonati dai rapinatori i due scooter parcheggiati al di fuori del negozio, mezzi che quasi certamente risulteranno rubati.

Il resto è un brutto film già visto che si spera la legge, quella con la «l» maiuscola non trasformi in ulteriore tragedia. Non trasformando le vittime in colpevoli.

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