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Giorgetti: "Quadro peggiorato. Pesa anche la stretta Bce"

Il ministro: "Non escludiamo altri aiuti sulle bollette". Le imprese: "Fare presto". Accise, verso un altro taglio

Giorgetti: "Quadro peggiorato. Pesa anche la stretta Bce"

Il quadro economico italiano continua a peggiorare. Non bastava il caro energia, ora «il rischio di una flessione del ciclo è accresciuto dai corposi rialzi dei tassi delle banche centrali», spiega il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nella presentazione del documento Nadef pubblicato ieri sul sito del Mef. Da qui la necessità di una Legge di bilancio che «non perda di vista la sostenibilità della finanza pubblica». Il governo, infatti, continua a prevedere un percorso di discesa del debito a poco più del 141% nel 2025 (al 144,6% nel 2023). Il Pil sarà negativo nel quarto trimestre, ciò provocherà una crescita del 3,7% nel 2022 e dello 0,6% l'anno prossimo. Il deficit passerà da 3,4% al 4,5% per recuperare altri 23 miliardi da mettere sul caro energia: tra le misure, in arrivo con il decreto Aiuti quater, saranno riproposti i crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre. Oltre a coperture fino a 4 miliardi per gli acquisti di gas effettuati dal Gse nei mesi scorsi, «rimuovendo» l'obbligo di rivendere il metano entro il 2022. Ciò consentirà di diminuire l'impatto negativo sulle finanze pubbliche, a causa del calo delle quotazioni. Il governo non esclude per i prossimi mesi «ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie». Il capo del Mef domani è atteso all'Eurogruppo per il suo esordio internazionale e martedì sarà all'Ecofin, dove incontrerà i ministri delle finanze della Ue.

Nel frattempo, ieri dall'assemblea generale di Federmeccanica è arrivata l'esortazione a «fare presto» nell'affrontare la crisi energetica con il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, che avverte: «Non abbiamo bisogno di misure temporanee e limitate, così si sprecano solo risorse».

Ha parlato anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha elogiato le prime mosse del governo, che ha stanziato 30 miliardi contro il caro energia: «positivo che si mettano tutte le risorse sull'energia, lo avevamo chiesto. Positivo anche l'annuncio che è stato fatto sulla gas release». Bonomi ha poi rilanciato il taglio del cuneo fiscale, da finanziare con una «riconfigurazione della spesa pubblica per un 4-5%». Presente all'assemblea anche il ministro del Lavoro, Marina Calderone: «Credo sia necessario guardare i conti con sano realismo, ma restituire il potere d'acquisto alle retribuzioni e ridurre il cuneo fiscale devono essere obiettivi raggiungibili in tempi brevi». I principali esponenti delle sigle sindacali hanno invocato un aumento dei salari. «Prima della legge di Stabilità serve un nuovo provvedimento che liberi risorse per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, e delle famiglie ma anche delle imprese», ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl.

Un altro tema toccato da Bonomi riguarda le pensioni, con il governo che è al lavoro su Quota 41 per non tornare alla Fornero. «Bisogna affrontare seriamente una riforma del sistema pensionistico e non andare avanti con quote», ha osservato il presidente di Confindustria.

Intanto imprese e sindacati ragionano su un fronte comune per le richieste al governo. L'invito è del vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, all'indirizzo dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, i quali si sono detti disponibili a parlarne.

L'idea sarebbe di unire le forze per «scegliere cinque o sei temi e porli insieme» all'Esecutivo, anche per «una riscoperta ed un riannodamento» delle relazioni.

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