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Giorgetti verso il Tesoro, per la Ronzulli il Turismo

La Lega chiede anche il Viminale e Infrastrutture, Tajani al Mise, Crosetto o Massolo agli Esteri

Giorgetti verso il Tesoro, per la Ronzulli il Turismo

Il centrodestra avanza a piccoli passi verso il governo. Il premier in pectore Giorgia Meloni è fiduciosa. Ma avverte: «Non dobbiamo perdere tempo». Si va avanti con lo schema dei colloqui bilaterali. Villa Grande, quartier generale di Silvio Berlusconi a Roma, diventa il crocevia per la nascita del prossimo esecutivo. Dopo il faccia a faccia tra il cavaliere e Matteo Salvini, ieri è stato il turno di Meloni e Ignazio La Russa, ricevuti nella residenza romana di Berlusconi nel tardo pomeriggio. Nelle stesse ore negli uffici della Camera dei Deputati Salvini riuniva il Consiglio federale della Lega. I piccoli passi portano all'apertura di uno spiraglio per l'ingresso di Licia Ronzulli nel governo. La destinazione sarebbe la guida del ministero del Turismo. Ambienti di Fi confermano a metà mattinata la novità. Nel tardo pomeriggio lo scenario appare leggermente in evoluzione dopo l'incontro tra Meloni e Berlusconi. Ronzulli viene data in pole per la guida del gruppo a Palazzo Madama.


Sull'altro lato della coalizione, la trattativa tra Meloni e Salvini (i due si vedono nel primo pomeriggio) trova invece un punto di caduta: la Lega conquista il Viminale. Ma non sarà Salvini il prossimo ministro dell'Interno. Le opzioni leghiste sono Nicola Molteni o Giulia Bongiorno. Resiste la carta tecnica che porta al prefetto Matteo Piantedosi.
Il leader del Carroccio si accomoda al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. La Lega porta a casa altre due caselle nel futuro esecutivo: Agricoltura e Affari regionali. Salvini non scopre le carte. Ma i nomi che circolano sono quelli di Edoardo Rixi e Lorenzo Fontana. Salvini e Meloni trovano l'accordo anche per spedire Giancarlo Giorgetti alla guida del ministero dell'Economia. Il numero due del Carroccio sarà al timone del Mef. Scartati i profili tecnici di Luigi Buttiglione e Domenico Siniscalco. L'accordo Meloni-Salvini sblocca la trattativa per le presidenze delle Camere. Fratelli d'Italia conquista invece Palazzo Madama con Ignazio La Russa. Salvini toglie dal tavolo Roberto Calderoli che potrebbe essere ripescato per un ministero. Mentre per la guida di Montecitorio il nome di Riccardo Molinari non è scontato. Restano sul tavolo due nodi: la delega all'Università, che la Lega rivendica, e la poltrona di vicepremier.


Salvini non intende rinunciare al ruolo di numero due dell'esecutivo. Con Forza Italia Meloni tiene ancora aperta la trattativa. I destini di Antonio Tajani e Guido Crosetto si incrociano. Silvio Berlusconi ha messo il Mise al primo posto della lista. E dunque Tajani potrebbe finire al ministero dello Sviluppo economico. Liberando la casella della Farnesina per Guido Crosetto. Se la scelta ricadrà su un tecnico, il nome per gli Esteri è quello di Giampiero Massolo. Forza Italia avrebbe chiesto il ministero dell'Università per Anna Maria Bernini anche se c'è l'opzione Letizia Moratti che piace molto a Giorgia Meloni. Ed infine la Giustizia con Elisabetta Casellati.


Ma per la poltrona di Guardasigilli Fratelli d'Italia non ritira la candidatura di Carlo Nordio. Per la Sanità la scelta è tra Guido Bertolaso e Guido Rasi. Al momento, la Lega molla il ministero della Famiglia che potrebbe finire a Fdi con Isabella Rauti. Per il ministero della Transizione ecologica è stato sondato Antonio D'Amato, ex numero uno di Confindustria.
Adolfo Urso dovrebbe andare al ministero della Difesa. C'è in ballo un posto da sottosegretario all'Editoria per il forzista Alberto Barachini. Quest'ultimo però si gioca qualche chance anche per la Cultura dove la prima scelta sarebbe stavolta Giampaolo Rossi. Al ministero del Lavoro dovrebbe sbarcata un tecnico: il presidente nazionale dei Consulenti del lavoro Marina Calderone. Per la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio il nome forte è quello di Giovanbattista Fazzolari. Raffaele Fitto potrebbe andare agli Affari europei con delega al Pnrr.

Ma tutto è ancora legato al Viminale.

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