Il "giornalista" Di Maio convocato dall'Ordine. Salvini difende la stampa

"Processo" per gli attacchi all'informazione. Il vicepremier critica il collega 5s e Di Battista

Il "giornalista" Di Maio convocato dall'Ordine. Salvini difende la stampa

E dire che la sua ex direttrice al web magazine «La Provincia Online» aveva provato a riabilitare il Di Maio giornalista: «Era bravo, puntuale e preciso - ha detto Gabriella Bellini in un colloquio con Il Giornale -, sempre sorridente e affettuoso, un ragazzo d'oro, ho grande stima per lui». Salvo poi dirsi dispiaciuta delle affermazioni fatte dal vicepremier sulla categoria subito dopo la notizia dell'assoluzione di Virginia Raggi. Proprio quelle parole, «infimi sciacalli» su tutte, ora potrebbero causare il ritiro del tesserino al capo politico M5s.

Iscritto all'elenco pubblicisti dell'Ordine della Campania dal 2007, nelle prossime settimane dovrà presentarsi davanti al Consiglio di disciplina regionale per essere ascoltato. Mercoledì prossimo, intanto, l'organo disciplinare dei giornalisti campani si riunirà per parlare di possibili sanzioni nei confronti di Luigi Di Maio. «Ho chiesto al consiglio di disciplina di riunirsi rapidamente per valutare la sua posizione - ha spiegato il presidente dell'Ordine regionale Ottavio Lucarelli -, ci sono tutte le condizioni per convocare Di Maio, anche perché va garantito il diritto alla difesa». Dai vertici dell'Odg di Napoli parlano di «chiarimenti riguardo le dichiarazioni sulla categoria rilasciate dopo l'assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi».

Di Maio, tra le altre cose, aveva anche detto: «La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi che ci stanno facendo la guerra al governo, provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque». E in conclusione: «Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti!». La campagna è proseguita nei giorni successivi con una serie di post sul Blog delle Stelle, tra liste di editori «cattivi» e di giornalisti «buoni» e liberi.

Ma ieri è arrivata la sorpresa. Già inscritta da più di qualche esperto come parte della guerra sotterranea in corso nelle ultime settimane tra Lega e M5s. «L'insulto non è mai una risposta. Se non mi piace un giornale non lo leggo. Se non mi piace un programma televisivo non lo guardo - così ha detto il leader del Carroccio, Matteo Salvini, intervistato da Radio Anch'io su Rai Radio 1 -. Ognuno fa il suo lavoro, ma mi permetto di dire che c'è diverso pregiudizio e in alcuni casi mala informazione. Per esempio, quando si legge sui giornali di oggi che ci saranno tagli per chi andrà in pensione è una fesseria». Il rimprovero del ministro degli Interni agli alleati grillini è stato senza fronzoli durante la puntata del Maurizio Costanzo Show, in onda ieri sera su Canale 5. Salvini, sollecitato da Costanzo, ha dichiarato: «Mi faccio carico di dire a Di Maio e anche a Di Battista, ma lui sta in Guatemala, di non usare quei toni e quelle parole nei confronti dei giornalisti. E lo dico innanzitutto da giornalista».

La contraerea del Movimento arriva dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, durante il question time alla Camera: «La libertà di espressione del proprio pensiero è un principio fondamentale

della democrazia, così come la libertà dei giornalisti nel rispetto del diritto di cronaca, ma anche di una forza politica che decide di denunciare parte della stampa che per due anni ha deciso di attaccare una sindaca».

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