Politica

"A giorni vedo...". Dibba pronto a tornare (e commissariare Conte)

L'ex parlamentare pentastellato valuta di ributtarsi nella mischia della politica: "In tanti mi scrivete. Vedrò cosa succede in questi giorni...". E attacca Di Maio e Draghi sulla crisi di governo

"A giorni vedo...". Dibba pronto a tornare (e commissariare Conte)

Arieccolo: forse Dibba cambia idea. Questione di tempo e l'ex parlamentare pentastellato potrebbe decidere di fare come quelli che compiono un passo avanti e tre indietro. Con una notevole piroetta su se stesso, l'ex deputato sarebbe infatti pronto a ritornare nella mischia, a scendere nuovamente in campo nell'agone politico. Lo ha confidato lui stesso in uno dei suoi video-monologhi affidati ai social, spiegando di ricevere inviti a ricandidarsi da parte di alcuni suoi sostenitori. Comprensibile: in presenza di un M5S ormai a pezzi, molti grillini della prima ora si stanno convincendo che una rentrée di Alessandro Di Battista possa riaccedere le speranze di una sopravvivenza politica, non senza ulteriori smottamenti all'interno dei 5S. Riapparendo in scena, infatti, Dibba di fatto andrebbe a commissariare l'attuale leader Giuseppe Conte, ormai indebolito e al centro di un fuoco incrociato pure da parte dei suoi.

"Io vi ringrazio perché in tanti mi state scrivendo di ributtarmi nella mischia. Come sempre cerco di essere molto sincero, il che per qualcuno è la mia debolezza anche se io penso che sia la mia forza. Vedrò cosa succede in questi giorni. Finisco il mio lavoro, perché io lavoro, torno in Italia e vedo cosa succede", ha affermato Di Battista, spiegando di volersi prendere del tempo per decidere il da farsi. "Penso che molte cose che vengono dette dai politici a caldo, nei prossimi giorni verranno ritrattate", ha chiosato l'ex parlamentare grillino, indeciso se ritrattare egli stesso le proprie posizioni d'un tempo. Era infatti il febbraio 2021 quando Dibba decise di lasciare il Movimento in aperto dissenso alla scelta pentastellata di sostenere il governo Draghi.

Ora che l'esecutivo guidato dall'ex banchiere ha ormai terminato la sua corsa, l'ex grillino della prima ora potrebbe anche pensare a un rientro sulle scene. Ma - ha assicurato lui stesso - non a tutti i costi. "Io non sono disposto a tutto pur di tornare in Parlamento", ha osservato infatti Di Battista, indicando l'ex compare politico Luigi Di Maio e Mario Draghi come i principali responsabili della crisi di governo. "Luigi l'ha provocata in modo inconsapevole: ha fatto questa manovra di palazzo senza pensare che ha provocato una reazione a catena che ha consentito al M5s di battere i pugni su tavolo sulle sue misure colpite. Oggi Luigi è in difficoltà perché deve trovare una exit strategy: per sé stesso la troverà senz'altro. Per tutti quelli che gli hanno dato retta non la troverà", ha profetizzato Dibba.

Nessuna critica, però, al partito di Giuseppe Conte per le mosse muscolari che di fatto hanno aperto le fratture nell'esecutivo. Macché. E poi via, a gamba tesa su Draghi: "Chi ha a cuore la responsabilità del Paese non attacca il M5s e la Lega. Se lo ha fatto è perché se ne voleva andare". Dalla Russia, dove si era recato per realizzare un reportage, il novello globetrotter non aveva in realtà mai smesso di commentare la politica italiana e di aizzare - se pur da lontano - i pentastellati. Chissà: forse un atteggiamento anticipatorio del futuro prossimo dell'ex parlamentare.

"Nelle prossime ore assisteremo a spettacoli imbarazzanti, succederà di tutto: alleanze, campi larghi e campi stretti. Tutte cose patetiche causate dalla politica professionista: io a questa cosa non ci credo ed l' ho sempre combattuta. Ritengo che la lotta alla politica professionista consenta di liberare i politici. Io non sono disposto, nonostante i benefit e i privilegi, a prendere i soldi rinunciando alla mia indipendenza", ha sentenziato Di Battista, di fatto rinnovando il proprio manifesto politico.

Attenzione ai ritorni di fiamma.

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