MilanoNon lo accettano. E per impedirlo lanciano appelli bellicosi sul web, inscenano guerriglie urbane durante gli sgomberi degli abusivi, sposando momentaneamente la causa della gestione degli immobili popolari e improvvisando blitz mascherati a suon di estintori in tranquille riunioni di quartiere. Boutade che allarmano, spaventano, calamitano l'attenzione su di loro. Azioni grandiose all'apparenza. Che ambiscono a emulare, ma possono solo scimmiottare i fatti del 2005 della banlieu parigina o i riots londinesi del 2011. In realtà gli anarchici a Milano stanno perdendo credito, credibilità, insomma terreno. E l'avanzare di Expo e delle opere di pulizia, bonifica e ristrutturazione che l'importanza dell'Esposizione universale 2015 impone, non possono che sminuire e allontanare queste figurine sbiadite e anacronistiche senza leader carismatici, svuotate di significato nonostante si credano una «rete» legata dall'immobilismo del «No» a ogni iniziativa: No Tav, No Tem, No vie d'acqua e chi più ne ha più ne metta.
Ieri mattina con lo sgombero dei centri sociali «Rosa Nero» e «Corvaccio», rispettivamente in via Ravenna 40 e 30, in zona Corvetto, si è ripetuta la solita solfa, del tutto uguale a quella del giorno prima al Lorenteggio, durante lo sgombero di una casa Aler.
Già dalle prime ore del mattino una cinquantina di ragazzi si erano ritrovati in via Ravenna per contestare le forze dell'ordine, iniziando meticolosamente a erigere barricate con i cassonetti dell'immondizia che hanno poi incendiato. Il «copione» naturalmente prevede l'arrivo dei rinforzi che gettano pietre e sassi contro polizia e carabinieri, mentre altri giovani (ricordate gli exploit del «Lambretta» nelle villette Aler a Città Studi o quelli della «Bottiglieria» in via Savona e alla vecchia piscina Caimi?) salgono sul tetto del «Corvaccio», per fare resistenza (scenderanno alle 19).
Verso le 9.30, in 70 bloccano la strada, ma basta che carabinieri e poliziotti lancino i lacrimogeni che si allontanano. Dopo gli scontri in via Ravenna, in via Pomposa e in via dei Cinquecento, intorno alle 11 la situazione sembra normalizzarsi. I residenti scendono in strada in via dei Panigarola: hanno paura. «Andate via - consigliano -, andate via che rischiate grosso! Qui al Corvetto questi dei centri cavalcano le storie di balordi che da anni occupano abusivamente. Ma che una volta sistemata la loro posizione se ne fregheranno dell'anarchia!». Più o meno, insomma, quello che è accaduto il giorno prima al Lorenteggio, durante lo sgombero di una casa popolare. Dove gli arrestati sono due pregiudicati del posto che occupano da una vita ma che «servivano» alla causa anarchica del «no» a ogni costo.
Tuttavia la situazione ieri al Corvetto è rimasta sotto controllo: da una parte i vigili, polizia e carabinieri; dall'altra un corteo che, partito da via Ravenna attraversa via dei Cinquecento e arriva fino a piazzale Gabrio Rosa, mentre in cielo ronza un elicottero che controlla tutta la zona dove un centinaio di persone hanno formato un movimento spontaneo contro gli sgomberi delle case occupate al Corvetto. A fine giornata la Digos arresterà tre ragazzi trovati all'interno del «Corvaccio» e accusati di violenza e resistenza aggravata da lanci di oggetti e invasione di edifici, indagandone altri tre (2 maschi e una femmina) a piede libero per violenza, resistenza e invasione di edifici. Il quarto denunciato, sempre per violenza e resistenza, era invece tra i dimostranti all'esterno del centro sociale. Sono tutti militanti dell'area anarchica tra i 24 e i 34 anni.
Saputo degli arresti intorno alle 17 un centinaio di anarchici, rimasti sempre «ringhiosi» in piazzale Gabrio Rosa, decidono di muoversi. Ci vuole un po', ma alle 20.30 sono in via Torino per raggiungere S. Vittore e manifestare a favore dei loro compagni di lotta. La polizia, naturalmente, li segue. E la solfa ricomincia: uffa che barba!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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