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È il giorno più lungo per le forze dell'ordine. I numeri di Piantedosi: "Dall'inizio dell'anno già cinquemila cortei"

"Solo scudi, non manganelli" è l'ordine gridato ripetutamente al cordone di agenti, che martedì a Torino ha affrontato per l'ennesima volta un violento corteo filo palestinese

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«Solo scudi, non manganelli» è l'ordine gridato ripetutamente al cordone di agenti, che martedì a Torino ha affrontato per l'ennesima volta un violento corteo filo palestinese. I poliziotti hanno stoicamente eseguito beccandosi calci, pugni, bastonate, sputi e insulti. La prova più dura arriva oggi con un 25 aprile ad alto rischio, soprattutto a Milano, dove l'estrema sinistra e i palestinesi si concentrano con un presidio in piazza Duomo decisi a dare battaglia a tutti dalla Brigata ebraica, al Pd. E appellandosi ai partigiani dell'Anpi per «non abbandonare la piazza in mano ai complici di guerra e genocidio: prendete le distanze dalla propaganda filo-imperialista e filo-sionista».

Dal Viminale trapela che «il mondo antagonista scenderà in piazza cercando lo scontro non per il 25 aprile, ma per il conflitto a Gaza». La Polizia conferma che a Milano l'attenzione è massima. Giovani palestinesi, Cobas, Potere al popolo, Cambiare rotta e altre sigle estremiste organizzano il presidio alle 13.30 con un manifesto rosso e due chiavi, simbolo della Nakba, il primo esodo dei palestinesi del 1948. Al Duomo convergerà il corteo ufficiale con la segretaria Pd, Elly Schlein, altri politici, l'Anpi, ma pure la Brigata ebraica dietro lo striscione «ora e sempre la democrazia si difende».

Per gli antagonisti «non possiamo permettere che ancora una volta questa giornata sia costellata di bandiere di Israele e della Nato». Per di più la Lega ha annunciato che il vicepremier Matteo Salvini «parteciperà ad una delle manifestazioni del 25 aprile» a Milano senza fornire dettagli. Il monito degli estremisti è chiaro: «Denunciamo la responsabilità politica di chi vuole strumentalizzare questa giornata per promuovere messaggi guerrafondai, equiparare l'antisemitismo alla strenua opposizione alle politiche criminali e genocide di Israele e affiancare la lotta partigiana ai soli schieramenti militari utili al disegno criminale imperialista e capitalista, come quelli in Ucraina». Ovviamente, in nome del 25 aprile e della resistenza, chiedono la «scarcerazione e la liberazione dei compagni Anan, Ali, Mansour e Luigi!». I primi tre sono i presunti terroristi palestinesi arrestati a L'Aquila.

Stefano Paoloni (tondo in basso), segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), dichiara al Giornale, che «oggi sarà una giornata calda. Siamo preoccupati anche per le molte giustificazioni degli episodi di violenza. Viene data sempre più spesso disposizione agli agenti di utilizzare solo gli scudi e non gli sfollagente anche se sono strumenti di autodifesa. Abbiamo diritto pure noi di tornare a casa interi dalle nostre famiglie».

Roma è un'altra piazza calda. Nella capitale sono mobilitate 600 unità delle forze dell'ordine. Da ieri sera sono scattati controlli e bonifiche nella zona di Porta San Paolo. Alle 8.30 la comunità ebraica, presenza prevista di 200 persone, porta una corona d'alloro nel luogo simbolo della Resistenza. Poco prima si sono dati appuntamento estrema sinistra, e movimento studenti palestinesi e i collettivi per una manifestazione dal titolo «antifascismo e antisionismo». A Firenze sono mobilitati un centinaio di agenti e anche Napoli è considerata a rischio con un corteo pro Palestina nel pomeriggio. Gli agenti sul campo confermano al Giornale che la tattica è sempre la stessa: «I professionisti del disordine, che non sono studenti, ma antagonisti anziani in servizio permanente effettivo, mandano spesso allo sbaraglio i ragazzini per farsi manganellare e rilanciare subito le immagini delle «violenze» della polizia sui social».

Nonostante l'alta tensione per il 25 aprile, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi (foto in alto) rispondendo a un'interrogazione parlamentare, sottolinea che «dall'inizio di quest'anno si sono svolte 5.050 manifestazioni con un aumento di circa il 40% rispetto al 2023». In realtà «le manifestazioni che hanno registrato criticità sono state appena il 2,3%.

Una testimonianza della professionalità delle nostre forze dell'ordine, tra le migliori al mondo nella gestione del libero dissenso».

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