Politica

"Giorno triste?". Cruciani annienta i Maneskin e la Michielin

Gli artisti rossi "vedovi" del governo Pd continuano ad aizzare le folle contro il voto democratico, Cruciani li zittisce

"Giorno triste? Per te...". Cruciani annienta i Maneskin e la Michielin

Gli artisti, o pseudo tali, oggi da ieri sono in lutto. Non riescono a digerire che il voto democratico dei cittadini italiani abbia premiato Giorgia Meloni. Hanno un concetto di democrazia molto particolare, che prevede che esista la libertà di voto, di scelta e di determinazione del governo di un Paese solo nel caso in cui questo sia coincidente con le loro idee, ossia di sinistra. Siamo alla solita democrazia di convenienza da parte dei rossi, o pseudo tali, che sventolano spettri inesistenti e non si rendono conto di essere i primi ad agire e a pensare in chiave anti-democratica. A farglielo notare è stato Giuseppe Cruciani, che durante il suo programma radiofonico La Zanzara ha preso di mira due di quelli che nelle ultime ore hanno maggiormente criticato e contesta il voto degli italiani.

Il primo è stato Damiano David, il frontman dei Maneskin. Nelle sue storie di Instagram, il cantante ha condiviso la prima pagina del quotidiano La Repubblica scrivendo, in inglese: "Oggi è un giorno triste per il mio Paese". Ovviamente, Damiano David ci ha tenuto a prendere le distanze dal risultato elettorale in modo tale da acquisire ancora più engagement tra i ragazzini che, sui social, sono ampiamente schierati a sinistra. Il politicamente corretto rosso fa sempre breccia in una società così orientata e il frontman dei Maneskin non poteva perdere questa occasione. Ma a rispondergli, in modo colorito e diretto, è stato proprio Giuseppe Cruciani: "Damiano dei Maneskin oggi è un giorno triste per te non per il Paese, porca puttana. Chi cazzo sei? Non sei il portavoce degli italiani".

Ma tra i vedovi del Pd in questi giorni di lutto si annovera anche Francesca Michielin, un'altra che non sembra avvezza a concepire come democrazia il libero voto degli italiani e invoca una pseudo Resistenza, senza nemmeno sapere cosa sia, in realtà, la resistenza.

Anche per lei, Giuseppe Cruciani non risparmia un'invettiva: "Francesca Michielin ma quale resistenza a quale cazzo di cosa? Gli italiani hanno votato democraticamente, non rompere il cazzo e fai il tuo mestiere".

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