Gira il mondo in bici, la rubano in Italia

Appello social di un francese appiedato dopo 15mila km: «Ridatemela»

Andrea Cuomo

Vedi Napoli e poi resti a piedi. E se non è Napoli è lì vicino. Sembra una storia tratta da Così parlò Bellavista quella capitata a tal Etienne Godard, un cicloamatore francese di Rouen, che ha girato tutto il mondo a bordo della sua bici per esserne derubato su una spiaggia di Castel Volturno, in provincia di Caserta, a pochi giorni dalla fine del tour.

Godard, che malgrado il nome da regista non deve essere un cinéphile, altrimenti saprebbe che uno dei capolavori del cinema italiano si intitola Ladri di Biciclette, ha raccontato la sua vicenda in un post su Facebook che ha il sapore più dell'appello che della denuncia. Il cicloamatore - che ha trent'anni e quando no pedale fa il medico - si trovava lo scorso 30 settembre sul litorale domiziano sulla strada per Roma, tappa intermedia in vista di Parigi, traguardo del suo giro del mondo incominciato undici mesi fa a Hong Kong con la moglie. Trovatisi a Castel Volturno i due si sono fermati a fare colazione e si sono messi a chiacchierare con alcuni pescatori locali. I racconti erano lunghi, i panini da sbocconcellare buoni, e i due si sono distratti quel poco che serviva perché entrasse in azione qualcuno intenzionato a mostrare i signori Godard una delle più radicate tradizioni del territorio campano: 'o furtariello. Finiti il panino e le chiacchiere, una delle due bici era sparita con tutto il suo armamentario.

Farsi 15mila chilometri in equilibrio su un sellino per poi farsi fottere la bici nella Campania poco Felix è sembrato un destino insopportabile a Etienne. Egli quindi si è ribellato all'ingiustizia e - dopo aver ricevuto da un cicloamatore locale una bici in prestito per completare il viaggio - ha deciso di far leva su un'altra consuetudine del luogo: il buon cuore. E con il suo post su facebook ha invitato le persone dell'area a collaborare al recupero del maltolto, non tanto per il vile valore della bicicletta quanto perché in quattro borse erano contenuti, oltre all'iphone, alla fotocamera, agli attrezzi per il campeggio, ai vestiti, agli occhiali da vista e da sole, anche tutte le testimonianze di un'impresa che Godard aveva preparato a lungo. «Vi chiedo aiuto per trovarla. Offro una lauta ricompensa a chi mi aiuterà a trovare la mia bici e il mio materiale. Vi prego di inviare questo messaggio a chiunque sia interessato o sulla vostra bacheca di FB se lo desiderate. Grazie di cuore!». Per aiutare gli uomini di buona volontà nella ricerca, Godard ha anche pubblicato alcune foto della bicicletta, e il numero di un amico italiano da contattare in caso di (improbabili) buone novelle.

A Castel Volturno 'o scuorno è stato tanto. I commenti al post di Etienne sono fondamentalmente di tre tipi: i francesi che scrivono «ah, les italiens...» con un ghigno di malcelata soddisfazione. Gli italiani di cuore puro che si vergognano di se stessi. E quelli più cinici che gli chiedono: «Vabbuò Etienne, ma a Castal Volturno come ci siete finiti?».

Domanda strana per chi ha attraversato deserti e Paesi in guerra ma non per chi conosce l'Italia. A Castel Volturno intanto un gruppo facebook sta raccogliendo soldi per ricomprare al francese la sua bicicletta. Ma l'onore di Castel Volturno nessuno lo ripagherà mai.

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