Giuseppi promette tutto con il Recovery Fund ma i soldi non si vedono

Si complica l'intesa in Europa. Il monito di Mattarella: agire con rapidità ed efficienza

Giuseppi promette tutto con il Recovery Fund ma i soldi non si vedono

Il premier Giuseppe Conte promette soldi. Ma la cassa del governo è vuota. Il capo dell'esecutivo parla nell'Aula della Camera dei deputati, alla vigilia del Consiglio europeo che si riunirà da oggi fino a domani, annunciando progetti e misure economiche. Nelle stesse ore da Bruxelles arriva la doccia gelata: non c'è accordo sul Recovery fund. Mentre dal Quirinale giunge l'invito per l'esecutivo ad «agire con rapidità ed efficienza».

La riunione sul bilancio pluriennale tra Parlamento europeo, Consiglio Ue e Commissione si chiude senza un'intesa. Lo stallo nella delicata partita negoziale che comprende il Recovery Fund - secondo quanto riporta l'Agi - sarebbe dovuto - alla distanza finanziaria, per il momento incolmabile, tra le pretese del Parlamento che spera di aumentare il budget dei programmi bandiera Ue come Erasmus o Horizon e le resistenze del Consiglio determinato a mantenere i tetti di spesa concordati nel summit di luglio. Conte, ignaro dello stallo, parla ai deputati, promettendo prebende e fondi a pioggia. Il presidente del Consiglio apre le comunicazioni con una puntualizzazione: «Mi ero detto disponibile a dare chiarimenti sulle ultime misure restrittive che sono state prese con l'ultimo Dpcm, ma si è convenuto di attenersi al calendario dei lavori». Poi parte subito con gli annunci. Il primo: «Una parte significativa delle risorse del Recovery fund sarà indirizzata al conferimento dell'obiettivo dell'occupazione femminile». La seconda promessa: «Un piano volto a favorire la transizione verde e digitale». E poi l'idea di introdurre «un assegno unico universale per ogni figlio a carico». E infine l'impegno per «investimenti nell'istruzione e nelle infrastrutture per colmare il gap nord-sud». Senza sbarrare la porta al Mes: «Non ne faccio una questione ideologica. Se c'è bisogno di salvare la comunità, di fare qualcosa per il bene dei cittadini lo faremo».

Il premier non nasconde le difficoltà. Ma cerca comunque di accelerare: «Continueremo a lavorare per il documento di programmazione di bilancio, dobbiamo chiuderlo questo fine settimana». Progetti che per ora restano solo promesse se l'Europa non chiude l'accordo sul Recovery fund. E proprio in vista del summit al Consiglio europeo che Conte e una delegazione di ministri (Roberto Speranza, Stefano Patuanelli, Luciana Lamorgese, Riccardo Fraccaro, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola) incontra al Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il primo dossier che finisce sul tavolo della colazione tra il capo dello Stato e il premier è la Brexit: «Serve un accordo buono ma equo». Conte e i ministri dedicano gran parte del colloquio con il presidente della Repubblica alla situazione legata alla pandemia: la posizione sarebbe orientata a operare in una cornice europea comune per le misure di contenimento del contagio, rispettando comunque le specificità diverse dei singoli paesi. Sul capitolo Africa, l'Italia continua a ritenere importante l'esigenza di avere rapporti più stretti di partenariato con il continente africano soprattutto lungo alcune direttrici: la sospensione del debito, trasporti, energia rinnovabile. Durante l'incontro al Colle si discute anche di eventuali sanzioni a Russia e Bielorussia, del sistema produttivo italiano, del Recovery Fund.

Su quest'ultimo tema Mattarella sprona il governo a mettere in campo la massima «efficienza nella destinazione dei fondi e la massima rapidità nella individuazione delle scelte». Conte incassa la ramanzina del capo dello Stato e si prepara al vertice Ue.

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