"Giustizia e diritti umani. Chiesa in linea con i tempi"

L'arcivescovo: "I cardinali sono stati coraggiosi e hanno capito le sfide su donne e uomini di oggi"

"Giustizia e diritti umani. Chiesa in linea con i tempi"
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Monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo, e già presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ne è sicuro: Papa Leone XIV sarà in continuità con il suo predecessore.

Monsignore, è stata una grande sorpresa per molti. Lei se lo aspettava

«I cardinali in Conclave, mi sembra, hanno scelto la continuità con Papa Francesco. Sono stati coraggiosi, hanno capito i segni dei tempi cioè una Chiesa vicina alle donne e agli uomini di oggi».

La scelta di Papa Leone traccia una strada chiara per la Chiesa cattolica?

«Per me è una strada chiarissima, quella della Dottrina sociale dell'immediato predecessore Leone XIII. La via della giustizia e dei diritti e della pace come precondizione per un mondo vero e umano».

Questo conclave è stato molto «social». Il clima, rispetto alle volte scorse, le è sembrato differente?

«No. È stato un Conclave breve. Segno che la Chiesa è unita nei suoi indirizzi di fondo».

Le Congregazioni generali che abbiamo alle spalle hanno affrontato molti temi. Quali saranno quelli più imminenti per questo pontificato?

«La pace. Ripeto: la pace è il tema più importante. La pace è la prospettiva senza la quale non può esserci futuro».

Si è detto che l'Europa, ormai scristianizzata, dovesse lasciare il testimone ad altri continenti. Questo Papa combatterà il relativismo e la secolarizzazione che imperano in Europa?

«Le dirò, non mi sembrano i temi più importanti. La via della Chiesa oggi è un atteggiamento di misericordia, non di condanna. Le persone hanno bisogno di chi sia vicino ed attento alle sofferenze. Abbiamo delle periferie esistenziali di cui prenderci cura. Il Vangelo è una palestra di attenzione e misericordia, non condanna».

«Ponte», «sinodalità», «pace»: sono le parole della pastorale di Papa Francesco.

«Sono le parole universali della Chiesa che oggi decliniamo con maggiore forza e convinzione. Gesù si china sulle nostre ferite. E noi dobbiamo imitarlo».

Non è stata, come invece si attendeva,

l'ora di un italiano.

«Oggi superiamo gli schemi nazionalisti. È anche questo un grande messaggio di universalità. La Chiesa vuole parlare al mondo e testimoniare un Vangelo di fraternità, che è il progetto di Dio».

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