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Giustizia, l'Anm attacca Orlando "Non violi indipendenza dei magistrati"

La denuncia all'apertura dell'anno giudiziario. Alfonso: "Siamo al collasso". Ma Orlando: "Sugli organici significativa inversione marcia". Scontro con Davigo

Giustizia, l'Anm attacca Orlando  "Non violi indipendenza dei magistrati"

Dall'inaugurazione dell'anno giudiziario milanese arriva il "grido di dolore" dei magistrati. Il procuratore generale Roberto Alfonso parla di una giustizia "al collasso" in relazione alle carenze del personale. Ma non solo. Piercamillo Davigo, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ha attaccato frontalmente il ministro della Giustizia Andrea Orlando. "Io certamente non voglio essere ricordato come presidente dell'Associazione nazionale magistrati che ha abdicato sulla difesa dell'indipendenza della magistratura, signor ministro - ha tuonato - spero che lei non voglia essere ricordato come quello che ha provato a violarla".

L'allarme dei magistrati di Milano si alza contro il Guardasigilli. "Pur apprezzando davvero gli sforzi del ministro Orlando - si legge nella sua relazione - non si può non osservare che, a fronte di una crisi ormai cronica della giustizia, tutto ciò che rimane è un bando di concorso per l'assunzione di 800 assistenti giudiziari. Ossia meno del 10 per cento delle vacanze degli organici del personale amministrativo". Tutto questo mentre le infiltrazioni di una "organizzazione criminale", che avrebbe agito per agevolare Cosa Nostra nei lavori di "Fiera Milano spa", sono diventate un fatto "assai grave per la città di Milano". Secondo Alfonso, il mancato adempimento agli obblighi imposti al ministero della Giustizia dall'articolo 110 della Costituzione "non consente al sistema di rispondere adeguatamente alle esigenze del cittadino rallenta le aspettative delle imprese", "non rende competitivo il paese", "non consente di uniformarsi al dettato costituzionale della ragionevole durata del processo" e "rende difficoltoso il rispetto del principio dell'obbligatorietà dell'azione penale per l'inadeguatezza delle risorse".

Nella sua relazione Alfonso ha spiegato che "il malfunzionamento della giustizia ha instaurato un rapporto anomalo tra Stato e cittadino, conseguenza della compromissione della fiducia nei rapporti intersoggettivi verso le istituzioni". "Ancora una volta e non ci stancheremo mai di farlo - ha, infine, concluso il magistrato - invochiamo un intervento urgente e serio del governo affinchè adotti tutti i provvedimenti necessari per il buon funzionamento della giustizia, per dare al cittadino la speranza che i suoi diritti siano riconosciuti in tempi ragionevoli".

Intervenendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario al Tribunale di Milano, però, Orlando ci ha tenuto a sottolineare che rispetto al passato c'è un'attenzione maggiore alle risorse umane. Il Guardasigilli ha spiegato che si è partiti "da una situazione critica di scopertura di organico, che metteva in serio pericolo la tenuta del sistema. Oggi la situazione è cambiata". Il ministro della Giustizia ha anche esposto i numeri e ha parlato di 1.820 nuove immissioni entro marzo, 1.600 già avvenute e di altre 3.300 assunzioni che porta il numero a un totale di 5.100 unità.

"Abbiamo voluto - ha concluso Orlando - costruire un sistema che prevedesse la revisione delle piante organiche, un sistema più flessibile che vada incontro alle necessità che si venissero a manifestare negli anni".

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