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Giustizia, Zan e Covid. Tensioni in maggioranza

Passa alla Camera la riforma Cartabia. Ma giallorossi e centrodestra si dividono più volte

Giustizia, Zan e Covid. Tensioni in maggioranza

Via libera della Camera alla riforma del processo penale. Dopo la doppia fiducia incassata nella notte, tra lunedì e martedì, ieri l'ok con 396 sì al provvedimento cardine del governo Draghi, che introduce l'improcedibilità e il regime speciale per i processi di mafia, terrorismo, droga e violenza sessuale. «Abbiamo fatto le barricate? Sì, è nel nostro dna difendere in maniera intransigente i valori della giustizia», dichiara l'ex ministro Alfonso Bonafede rivendicando le modifiche ottenute dal M5s.

Ma la giornata fila tutt'altro che liscia. Gli ordini del giorno mettono a dura prova la tenuta della maggioranza. L'Aula s'infiamma quando approda quello di Fratelli d'Italia sull'introduzione della responsabilità diretta dei magistrati. Che è anche uno dei punti dei referendum promossi dalla Lega con i Radicali, e sostenuti anche da Forza Italia e Italia Viva. Sull'odg arriva subito il parere contrario del governo. Forza Italia e Lega annunciano invece il voto di astensione, ricordano che quella è una storica battaglia del centrodestra. Anche il partito di Renzi annuncia libertà di voto. Esplode la bagarre, si arriva quasi alla rissa. Accuse incrociate. Il Pd, il M5s e Leu attaccano gli alleati, chiedono «lealtà» e il «rispetto degli accordi» trovati sulla riforma. Considerano l'astensione un affronto. Sale la tensione, il presidente Fico richiama all'ordine, ma non basta. «Non vi state astenendo sull'odg ma state votando in dissenso rispetto all'espressione di voto del governo, c'è anche un problema di coerenza e lealtà», accusa Federico Fornaro di Leu. Il Pd con Alfredo Bazoli dice di pretendere «la stessa lealtà dagli altri gruppi di maggioranza». La Lega risponde: «Nessuno può farci lezioni di lealtà, sui provvedimenti importanti la Lega sarà sempre fedele al governo ma sugli odg che rispecchiano il referendum saremo coerenti». Ed è Roberto Giachetti (Iv) a perdere le staffe. Attacca prima in direzione Pd e poi sbotta con Fornaro, e viene richiamato da Fico: «Non vi ho visto rispettare questa lealtà quando in commissione col M5s avete mandato sotto il governo sul decreto semplificazioni e lei Fornaro, mi parla di lealtà al governo lei, cha ha invitato Travaglio a insultare Draghi. Ma con che coraggio? Non venite a darci lezioni». Poi nuova spaccatatura sull'odg sugli ecoreati. Il testo, che aveva il parere contrario del governo, viene respinto con 186 voti contro 181: a favore votano il M5s e parte del Pd

La maggioranza si scontra nelle stesse anche sul ddl Zan. Pd, M5S e Leu contro Davide Faraone (Iv) nella conferenza dei capigruppo del Senato. Il deputato di Iv chiede di convocare un tavolo per trovare un accordo e portare il ddl in aula per chiuderlo in settimana. Al termine della riunione fa sapere che Pd, M5s e Leu non hanno appoggiato la richiesta: «Da oggi i diritti sono ufficialmente in vacanza». Falso, insorgono Pd, M5s e Leu: «Faraone strumentalizza il ddl Zan, non c'è stata alcuna richiesta».

Non è l'unico fronte. Sono 1.300 e oltre gli emendamenti presentati in commissione Affari sociali della Camera al decreto che introduce l'obbligo di green pass dal 6 agosto. E più di 900 proposte di modifica sono della sola Lega: «Abbiamo presentato tanti emendamenti quanti il M5s sulla giustizia», fanno notare fonti leghiste.

Altri scossoni in vista.

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