Il vero atto finale del passaggio di consegne al vertice della Cariplo verrà celebrato da Giuseppe Guzzetti lunedì 27 maggio, giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, alle Gallerie d'Italia di piazza della Scala inaugurerà con l'amico Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa, una mostra fotografica sulle periferie e gli «ultimi». Sarà quello, il saluto più intimo e personale mentre quello di ieri alla Scala è stato un commiato istituzionale. Un «trabocchetto» dei miei collaboratori, lo ha definito lo stesso presidente. Quasi duemila persone, tra palchi e platea. Con i saluti del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, del governatore lombardo Attilio Fontana, e il messaggio del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. E nel parterre, una sfilza di volti di quello che un tempo si sarebbe definito il gotha della finanza, delle fondazioni e del mondo politico.
Alla «corte» di Guzzetti si sono presentati l'ex dominus della Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona e il presidente di Compagnia Sanpaolo, Francesco Profumo ma anche Marco Alverà, ad di Snam. Tra i banchieri, l'ex ad di Mps, Fabrizio Viola, e l'ad di Illimity (nonchè ex timoniere di Intesa), Corrado Passera. E poi l'ex ministro, Dario Franceschini, e l'ex segretario del Pd, Maurizio Martina. Mentre il governo attuale era rappresentato dal ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, e dal sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni. Ma a salutare il presidente della Cariplo c'erano soprattutto i suoi sodali storici. Come Giovanni Bazoli e l'ex premier, Romano Prodi. Al primo, Guzzetti ha riconosciuto il merito di aver costruito l'Intesa di oggi, partendo «da un piccolo granello di sabbia» come l'Ambrosiano. Ha difeso l'amico Nanni anche dalle accuse della trasmissione Report. E poi ha aggiunto che «se siamo arrivati a Intesa e a un banchiere come Carlo Messina (seduto in prima fila, ndr), che fu indicato a noi azionisti da Bazoli ed è stata una scommessa vincente, è grazie a lui».
Il successore al vertice della Cariplo sarà quasi certamente il presidente di Borsa Italiana ed ex rettore della Bocconi, Andrea Sironi.
Ma il vero delfino di Guzzetti, sostiene chi lo conosce bene, è Massimo Tononi, chiamato a custodire Cassa Depositi e Prestiti, la cassaforte pubblica partecipata dalle Fondazioni, tenendo a freno le ambizioni grilline di trasformarla in un ariete delle nazionalizzazioni. In platea, a salutare Guzzetti, ieri c'era anche lui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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