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Governo, il cerchio si stringe. "Quasi tutti ministri politici"

Ipotesi tecnica solo per Economia, Giustizia e Sanità. Per Salvini spunta un superministero dell'Agricoltura

Governo, il cerchio si stringe. "Quasi tutti ministri politici"

Giorgia Meloni invita alla prudenza e allontana l'ipotesi di un esecutivo tecnico. Il premier in pectore arriva a Montecitorio in tarda mattinata, per riprendere, dopo la pausa nel weekend, il giro di colloqui e incontri per definire la compagine di governo.

Ai cronisti che le chiedono di commentare le indiscrezioni di stampa sulla presenza di tecnici nel suo governo il leader di Fdi frena: «Leggo cose surreali che poi dovrei anche commentare. Consiglierei prudenza». I tecnici faranno parte del futuro governo del centrodestra. Ma la presenza sarà circoscritta in due tre dicasteri: Economia, Giustizia, Sanità. I nomi sono quelli di Carlo Nordio (Giustizia), Domenico Siniscalco (Economia) e Francesco Rocca (Sanità). Poi spazio a una rosa di politici. Una chiave di lettura sulle scelte che orienteranno Meloni nella composizione delle caselle la suggerisce Giovanni Donzelli, fedelissimo del leader di Fdi: «Sarà un governo politico. Saranno politici di qualità». Non sarà una fotocopia dell'esecutivo Draghi.

Le trattative vanno avanti per trovare l'incastro tra i partiti di centrodestra. Il borsino di ieri fa registrare una novità che riguarda il leader della Lega Matteo Salvini: cresce l'ipotesi di assumere la guida del dicastero dell'Agricoltura rafforzato con altre deleghe. Per liberare il Viminale, il capo del Carroccio potrebbe chiedere di aggiungere alla delega delle Politiche agricole altre due competenze: il commercio estero (oggi in capo allo Sviluppo economico) e l'internazionalizzazione delle imprese (oggi in capo al ministero degli Esteri).

Un super ministero dell'Agricoltura con la prospettiva di promuovere e difendere il made in Italy nel mondo. Una soluzione che potrebbe indurre Salvini, che oggi riunisce a Roma il consiglio federale della Lega, a mollare la presa sul ministero dell'Interno.

Per il Viminale restano in piedi due alternative: l'ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto del Capitano ai tempi del Conte 1. Se nello schema dovesse andare a Fdi ci sarebbe Adolfo Urso.

La Lega chiederebbe poi la poltrona di viceministro per Nicola Molteni. Il meloniano Edmondo Cirielli è destinato ad assumere la guida del ministero della Difesa. Mentre Raffaele Fitto avrebbe deciso di continuare l'esperienza a Bruxelles, rinunciando al ministero del Sud che potrebbe andare a Wanda Ferro.

In quota Lega si giocano le altre poltrone Giulia Buongiorno (Giustizia o Pubblica amministrazione), Gian Marco Centinaio (Turismo) ed Erika Stefani (Disabilità).

Per la guida della Farnesina restano alte le quotazioni di Antonio Tajani. L'alternativa è il capo del Dis Elisabetta Belloni. Forza Italia chiede altre tre poltrone: Licia Ronzulli, Alessandro Cattaneo e Annamaria Bernini. Per il ministero degli Affari regionali il favorito è Cattaneo. Ma la candidatura dell'ex sindaco di Pavia è insidiata nelle ultime ore da Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania e responsabile nazionale della Coesione territoriale per Fi. Discorso a parte il ministero dello Sport.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò chiede: «Come Coni auspichiamo che per lo sport ci sia un ministro, a quel punto sarebbe tanto più autorevole se ha anche un portafoglio». La sorpresa potrebbe essere Ignazio La Russa.

Completano il puzzle governativo Guido Crosetto e Giovanbattista Fazzolari: ovvero i due jolly meloniani che potrebbero andare rispettivamente all'Attuazione del programma e alla poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

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