Il governo dei manettari manda a processo Italia viva

Bonafede: «I renziani si sono isolati dalla maggioranza» Pd allineato ai 5s. E Conte tenta l'ennesima mediazione

Il governo dei manettari manda a processo Italia viva

La maggioranza giallorossa implode sulla prescrizione e prova a mettere alla porta Matteo Renzi.

Il Pd si allinea al diktat giustizialista del Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede e spara veleno contro Italia Viva. I renziani non arretrano e annunciano l'ok alla proposta di legge (sarà votata in Aula il 27 gennaio) del forzista Enrico Costa che cancella la riforma Bonafede.

Sulla giustizia (lo stop alla prescrizione) va in scena la resa dei conti tra Pd e Cinque stelle. Da Algeri, il premier Giuseppe Conte è costretto a intervenire: «Non mi piace parlare di prescrizione quella è una norma in un disegno più complessivo. Ai cittadini interessa una riforma che renda più efficiente il sistema della giustizia. Tutte le forze politiche hanno dato un contributo. Nell'ultimo incontro fatto sul tema era stata trovata una formula di sintesi che tiene conto del dibattito e dell'apporto di tutte le forze politiche. Con Bonafede stiamo lavorando alla versione definitiva la riproporremo alle forze politiche per un'ulteriore valutazione. Mi aspetto che Italia Viva la possa valutare nel merito».

È un appello a Matteo Renzi che però non sembra intenzionato a cedere. Soprattutto dopo il doppio fuoco incrociato di Pd e Cinque stelle.

Il ministro della Giustizia Bonafede gongola e spinge Italia Viva fuori dalla maggioranza: «Prendo atto che Italia Viva si è isolata dalla maggioranza votando insieme a Forza Italia e alle opposizioni», dice a Circo Massimo su Radio Capital.

Una posizione che trova pieno sostegno dal responsabile giustizia del Pd Walter Verini: «Come gli capita, Renzi bluffa. Italia Viva ha votato con Salvini e con la destra per impedire, sostanzialmente, l'avvio della riforma del processo penale che non si limita solamente alla riforma della prescrizione ma punta a garantire il giusto processo».

Dal fronte renziano (compatto) non arrivano segnali di apertura. Renzi annuncia il via libera alla proposta di Costa. E non lascia margini di trattativa: «Penso che siamo di fronte a un mostro giuridico, a un obbrobrio. La vera novità non è che Italia viva abbia votato la legge di Orlando che tutti gli avvocati vogliono. La novità è il Pd al rimorchio dei giustizialisti». Il leader di Italia Viva minaccia la tenuta dell'esecutivo: «Siamo a favore del governo, specie se sblocca i cantieri come chiediamo o se farà le cose che ha promesso. Ma se ci propongono di votare una schifezza, come la riforma Bonafede, noi non possiamo starci, perché viola lo stato di diritto».

L'ex ministro Andrea Orlando invita tutti alla calma: «Noi pensiamo che se c'è una trattativa aperta si debbano sospendere le iniziative delle singole forze politiche. Per noi o si tratta o ci si scontra, riteniamo sbagliato fare le due cose contemporaneamente. In generale poi, pensiamo che sia giusto evitare, in presenza di un confronto aperto appunto, sommare i nostri voti alla destra, tanto più su materie così rilevanti dal punto di vista politico».

Rosato (Iv) rassicura che non ci saranno ripercussioni sull'esecutivo.

Parole che non tranquillizzano Nicola Oddati, componente della segreteria nazionale dei dem: «È stato Matteo Renzi per primo a proporre il governo con i 5 stelle, per salvare l'Italia da Matteo Salvini con il quale ora si sta alleando a partire dal voto di ieri in commissione giustizia. Ora, a pochi giorni dal voto in Emilia-Romagna e in Calabria, sa solo dividere e fare polemiche nella maggioranza. I nostri avversari sono altri. Questa incoerenza sì, fa male a tanti».

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