Il governo Di Maio: comunisti, professorini e tifosi di Renzi

Nell'ipotetica squadra anche un artefice della «Buona scuola» e una criminologa che votò Sì al referendum

Il governo Di Maio: comunisti, professorini e tifosi di Renzi

Giù la maschera. A occhio e croce, basta conoscere la legge elettorale e i rudimenti del diritto costituzionale, ministri non lo saranno mai. Però la lista dei componenti dell'ipotetico «governo Di Maio» a qualcosa potrebbe servire: ad esempio a capire cosa si nasconde dietro il Movimento cinque stelle. Se si avverassero i sogni del candidato premier M5s, ogni consiglio dei ministri potrebbe assumere le sembianze di una stramba carnevalata. Abbiamo l'avvenente criminologa, il nuotatore olimpionico, il comunista barbuto, la sociologa, il preside. E due deputati uscenti: Riccardo Fraccaro ai Rapporti con il Parlamento e Alfonso Bonafede alla Giustizia. Entrambi fedelissimi di Di Maio.

Per tre donne ci sono ministeri molto «pesanti». Colpisce agli Interni, la scelta della professoressa umbra Paola Giannetakis. Sarebbe la prima volta per una criminologa al Viminale. Lei parla più che altro di cybersicurezza e insegna Scienze criminologiche all'università Link Campus di Roma. Se la cerchiamo sul web, uno dei primi suggerimenti del motore di ricerca è il profilo Instagram. Qualcuno nota che, qualche minuto dopo la nomina virtuale agli Interni, ha cancellato la sua pagina Facebook. Forse avrà voluto nascondere il sostegno al referendum renziano del 4 dicembre. Perché la Giannetakis, nel 2016, aveva firmato un appello di studiosi per «un pacato Sì» alla riforma costituzionale. Ma ancora non conosceva Di Maio.

L'altra «lady di ferro» è Emanuela Del Re, designata per la poltrona degli Esteri. Sul palco di Roma incespica con l'inglese, il M5s la presenta come una che «dal 1990 è testimone diretta di guerre e crisi sociali nel mondo». È professoressa all'università telematica Unicusano ed esperta di Sociologia della Religione. Spunta una chicca nel curriculum: nel 2012 è stata l'ideatrice e direttrice del progetto «My Future in Siria», un'iniziativa di ricerca nei campi profughi in Siria e Irak, finanziata dal ministero degli Esteri allora guidato dal montiano Giulio Terzi di Sant'Agata. E il progetto della Del Re, coi soldi della Farnesina, è tutt'ora in corso. La terza donna di peso è Elisabetta Trenta, alla Difesa, pescata pure lei dall'università Link Campus dove è vicedirettore di un master in intelligence e sicurezza.

Avevano già fatto discutere, invece, i rapporti di Salvatore Giuliano, scelto per l'Istruzione, con l'ex titolare del dicastero Stefania Giannini. Giuliano è il preside dell'Istituto tecnico industriale Majorana di Brindisi e ha collaborato con i ministri del Pd Giannini e Fedeli. Durante la trasmissione L'aria che tira su La7 aveva parlato di un semplice «miglioramento» della riforma della «Buona Scuola». Poi ha ritrattato: «La Buona scuola è da riscrivere da capo». E ha messo il carico: «Di quella riforma non ho scritto un rigo. Matteo Renzi l'ho visto solo due volte». Ma il leader del Pd non ci sta e pubblica un video in cui Giuliano dice «Noi siamo pronti a migliorare questo Paese. La scuola è con lei, presidente». E Di Maio controreplica: «Quando conosci Renzi cominci a evitarlo».

Dopo i professori Pasquale Tridico al Welfare e Lorenzo Fioramonti allo Sviluppo, il terzetto più inquietante si completa con Andrea Roventini all'Economia. Il docente della Scuola Sant'Anna di Pisa, 41 anni, si definisce «keynesiano eretico», ma le sue idee farebbero impallidire il peggior Marx. Critica il «neoliberismo», è contrario a ogni tipo di privatizzazione e teorizza il concetto di «economia espansiva», ovvero investimenti pubblici a pioggia in ogni settore. Ieri il suo arrivo alla kermesse è stato preceduto da un messaggio di Giovanni Dosi, anche lui professore nello stesso istituto pisano, campione delle teorie iper-stataliste sullo «Stato innovatore».

In squadra ci sono il medico pro-vax Armando Bartolazzi alla Salute, il geologo Mauro Coltorti alle Infrastrutture, la professoressa Filomena Maggino allo Sviluppo sostenibile e Alberto Bonisoli, direttore del Naba

(Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, a Turismo e Cultura. Oltre ai già noti Domenico Fioravanti allo Sport, Giuseppe Conte alla Pubblica Amministrazione, Alessandra Pesce all'Agricoltura e il generale Sergio Costa all'Ambiente.

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