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Il governo non fa dietrofront e sceglie compatto la fermezza. Nordio: "Tutelata la salute"

Il governo non cede: nessun passo indietro sul carcere duro per Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame contro il regime di 41 bis

Il governo non fa dietrofront e sceglie compatto la fermezza. Nordio: "Tutelata la salute"

Il governo non cede: nessun passo indietro sul carcere duro per Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame contro il regime di 41 bis. C'è un altro elemento che rafforza la posizione assunta ieri dall'esecutivo nel corso del Cdm: un rapporto dell'intelligence e del Dap (dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) avrebbe accompagnato l'informativa dei ministri dell'Interno e della Giustizia. Nella relazione, giunta sul tavolo di Nordio e Piantedosi, si farebbe riferimento al rischio che alcuni boss, detenuti al 41 bis, potrebbero utilizzare un eventuale varco aperto dall'iniziativa di Cospito per andare alla carica con manifestazioni e scioperi della fame per ottenere poi la revoca del carcere duro. L'allarme lanciato dal Dap e dagli 007 punterebbe ad evitare il precedente che in futuro legittimerebbe anche altri detenuti a muoversi con le stesse armi. Cospito verrebbe utilizzato come testa d'ariete dai mafiosi per scardinare il regime del 41 bis. La linea dura punta a spezzare il pericoloso asse tra anarchici e mafiosi.

La relazione conferma e rafforza la posizione compatta assunta dall'Esecutivo di non aprire alcun spiraglio per l'anarchico. Nessun cedimento. Sì al trasferimento al carcere di Opera per le cure ma nessuna eliminazione del regime duro. Il ministro Nordio spiega la decisione: «La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un'assoluta priorità».

Nessuna crepa nella linea della fermezza che trova consenso unanime nella maggioranza di centrodestra. Anzi, si consolida dopo i rischi paventati da Servizi segreti e dal Dap. Una scelta che incassa il pieno appoggio da parte del Quirinale. Il premier Meloni compatta tutti sul no a ogni ipotesi di trattativa. «Cospito ha dimostrato di essere un soggetto con un discreto grado di pericolosità» - ribadisce il titolare del Viminale Piantedosi, spiegando che «ad un innalzamento della tensione da parte degli anarchici è doveroso far seguire un innalzamento dell'attenzione. Seguiamo con grande cura queste situazioni, in modo svincolato dai procedimenti in corso su Alfredo Cospito, senza che, come ha detto la premier Meloni, da ciò ne possano derivare minacce allo Stato».

Il fronte di governo è unito. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani dispone un rafforzamento delle misure di sicurezza per le sedi consolari all'estero: «Le azioni violente di questi giorni, dagli attacchi contro l'auto di un funzionario a Berlino e al consolato di Barcellona, ma mi riferisco anche alle violenze di piazza, alle minacce contro il collega direttore del Tirreno, non intimidiscono lo Stato italiano. Questo non è dissenso, non sono manifestazioni pacifiche, del tutto legittime, ma attacchi contro persone e istituzioni. Con i violenti il governo non si fa intimidire e non scende a patti. Ho dato indicazioni di rafforzare le misure di sicurezza delle nostre ambasciate e nei consolati, anche con l'invio di carabinieri nelle sedi più a rischio. In questi ultimi episodi non si sono registrati danni alle persone, ma dobbiamo mantenere alta l'attenzione, soprattutto per proteggere il nostro personale. Alcune ambasciate sono più esposte di altre». Dal fronte centrista Maurizio Lupi avverte: «Nessuna trattativa è possibile, e mai lo sarà, con chi utilizza la violenza come strumento di lotta politica. Ce lo insegna la nostra storia recente e ce lo impone il rispetto delle istituzioni e della Costituzione.

Chi vuole strumentalizzare il caso Cospito si sbaglia di grosso».

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