L'esame della manovra 2018 da parte della commissione Bilancio del senato è stato contraddistinto da un continuo «stop and go». Da una parte c'è la volontà dell'esecutivo di tenere unita il più possibile una maggioranza che, di fatto, non esiste più. Dall'altro c'è la necessità da parte del Pd di «accontentare» i partiti con i quali dovrebbe costruire una coalizione alle prossime elezioni.
Solo in questo modo si può spiegare l'ipotesi, circolata nelle ultime settimane e rilanciata ieri dal Corriere, di ridurre da 36 a 24 mesi la durata massima dei contratti a termine. I principali vantaggi sono due: è un segnale «politico» che non intacca l'architrave del Jobs Act e, soprattutto, è una misura a costo zero sia per lo Stato che per le imprese. L'altra possibilità, di cui si parla sin da settembre, è l'innalzamento, se non il raddoppio, dell'aliquota contributiva aggiuntiva, attualmente all'1,4 per cento. Una misura che, se adottata, potrebbe scatenare le ire del mondo imprenditoriale a partire da Confindustria.
Ma è tutto l'impianto della legge di Bilancio a essere pesantemente in discussione. Lo stanziamento per il bonus bebé chiesto da Ap è leggermente inferiore alle previsioni (185 milioni anziché 200 per il 2018), mentre non c'è spazio per innalzare la soglia di reddito per considerare i figli fiscalmente a carico delle famiglia (ora a 2.840 euro). E, di sicuro, si dovrà rinunciare a una fonte di introito perché la web tax che avrebbe dovuto fruttare almeno 100 milioni l'anno prossimo è rinviata al 2019. Un emendamento ne ha riformulato la data di avvio del prelievo del 6% sulle transazioni digitali («Una norma di questa importanza si fa perché serve, non per il gettito», ha spiegato l'estensore Mucchetti). Solo nel passaggio alla Camera della manovra si discuterà dell'esenzione parziale del superticket (altra norma «acchiappa-Mdp) in quanto non ci sono i 600 milioni necessari per abolirli e il ministro Padoan non ha a disposizione più di 100 milioni. Idem per il pacchetto finanziario che riguarda gli enti locali. Bersaniani e grillini, invece, hanno protestato per il ruolo rilevante di Ala che con un emendamento ha portato a casa le norme per il prepensionamento dei dirigenti medici a 64 anni e mezzo con almeno 40 anni e 8 mesi di contributi.
Via libera al fondo per gli orfani di femminicidio, con 2,5 milioni di euro l'anno per il triennio 2018-2020. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra, a firma della presidente della commissione d'inchiesta sul femminicidio, Francesca Puglisi. La norma prevede che almeno il 70% dei fondi disponibili siano destinati agli interventi in favore dei minori.
Previsto anche che il fondo per la solidarietà alle vittime dei reati mafiosi sia esteso anche a chi è vittima di femminicidio, mentre altri 33 milioni, ha annunciato il sottosegretario Boschi, sono stati destinati alle politiche contro la violenza di genere. Sono inoltre spuntati 3 milioni per la partecipazione italiana all'Expo di Dubai del 2020. Domani altro giro di roulette.
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