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Il governo scopre il bluff del Reddito

Con le nuove regole, nei primi due mesi dell'anno domande in calo del 65%

Il governo scopre il bluff del Reddito

Il giro di vite del governo comincia a farsi sentire su Reddito e Pensione di cittadinanza. Secondo i dati divulgati dall'Osservatorio Inps sulla misura di contrasto della povertà, infatti, nei primi due mesi dell'anno le domande sono state 90.887, in calo del 65,23% rispetto alle 261.378 presentate nei primi due mesi del 2022. A gennaio le domande erano state 88.184 e quindi a febbraio si sono registrate poco più di 2mila domande. Ripiegano anche i percettori: a febbraio, i nuclei beneficiari erano poco superiori al milione, contro gli 1,16 milioni di gennaio. Il dato risente della mancata presentazione di una quota di Dsu (dichiarazioni sostitutive uniche) necessarie entro gennaio per mantenere il beneficio. Ma resta che il calo maggiore riguarda i single, che sono il 46% dei percettori e quelli più intaccati dalla stretta del governo che infatti sono passati dai 537.238 di gennaio ai 460.775 di febbraio.

L'Inps ha parlato sì di dati provvisori, ma restano significativi. Arrivano dopo che in manovra di bilancio il governo Meloni ha varato una serie di modifiche per accompagnare il reddito al tramonto prima della riforma complessiva. Già quest'anno per gli occupabili il reddito è percepibile per soli sette mesi, con il sussidio che cessa al primo rifiuto di un'offerta di lavoro. Mentre il vecchio reddito lo rendeva disponibile per 18 mesi rinnovabili e lo si perdeva solo dopo tre rifiuti. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell'obbligo, inoltre, il reddito è subordinato alla frequenza di corsi formativi. L'esecutivo ha poi rinforzato la decontribuzione al 100% fino a 8.000 euro per chi assume un percettore dell'assegno.

Secondo fonti di Palazzo Chigi consultate da Il Giornale, «L'opera di dissuasione e controllo sta cominciando a dare i primi frutti, però bisogna essere prudenti perchè questi sono solo i primi due mesi dell'anno». Insomma, i dati dovranno consolidarsi, ma restano un segnale concreto. E potrebbero voler dire che stanno funzionando i correttivi a una misura nata con un intento nobile, ma realizzata senza la necessaria spinta all'inserimento nel mondo del lavoro.

Sullo sfondo c'è poi un mercato del Lavoro vitale. In base ai dati Istat relativi a gennaio, infatti, il tasso di occupazione è salito al 60,8% in Italia, un dato record. Ed è aumentato il numero di chi cerca lavoro (+1,7%). Per il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, sono 386mila le assunzioni che le imprese cercavano a febbraio e 1,2 milioni quelle previste per il trimestre febbraio-aprile. E calano pure le ore di cassa integrazione: secondo l'Osservatorio statistico dell'Inps, infatti, a febbraio le ore autorizzate sono state 41 milioni, il 37,5% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.

Numeri indicativi di una certa fame di lavoro in Italia, che verosimilmente ha inciso sul numero di domande di reddito. In molti potrebbero aver scelto di accettare un'offerta di lavoro, a fronte della prospettiva incerta di un sussidio limitato a soli sette mesi che verrà poi sostituito dal Mia, misura di inclusione attiva, a partire da settembre. La bozza dello strumento che il governo sta affinando peraltro restringerà la platea: scende la soglia Isee per accedere a 7.200 euro da 9.360. Per gli abili al lavoro, il sussidio scenderà a 375 euro. E durerà 12 mesi, rinnovabile per altri sei.

Ma alla fine di questi non si potrà chiedere per un anno e mezzo.

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