Il governo si divide sulle nomine alle aziende di Stato

Da Eni a Leonardo lo scontro tra Pd e M5S. Le nomine vanno discusse. Nell'ex Finmeccanica testa a testa tra Profumo e Giordo. Donnarumma verso Terna

Il governo si divide sulle nomine alle aziende di Stato

La maggioranza non litiga solo sul Mes. Ora anche le nomine delle grandi aziende di Stato fanno volare stracci tra Pd e Cinque Stelle. Se ne parla da giorni, ma ad oggi, l’accordo sembra lontano. Dopo le fumate nere dei giorni scorsi, infatti, oggi è prevista una nuova riunione nella maggioranza insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma è molto difficile che già nelle prossime ore possa fioccare l’accordo. Intanto si tratta. Eni e Leonardo rappresentano le partite più calde. Lo scrive il Sole 24 Ore.

Il Pd cerca di difendere i top manager uscenti (tutti nominati da precedenti governi del Pd), ma il M5S non ci sta. Per il gruppo energetico i democratici fanno muro alle obiezioni dei pentastellati per le vicende giudiziarie dell’ad Claudio Descalzi, che è sotto processo a Milano.

Il M5S potrebbe acconsentire alla conferma di Descalzi per un terzo mandato, ma chiede una presidenza forte all’Eni e vuole indicare il nuovo ad di Leonardo, l’ex Finmeccanica, al posto di Alessandro Profumo. Per la presidenza dell’Eni sembra tramontata la candidatura di Gianni De Gennaro, l’ex capo della polizia. Il M5S potrebbe candidare la professoressa, Lucia Calvosa, già nel cda di Telecom e da cinque anni nel cda della Seif, la società editrice del Fatto Quotidiano. Altra ipotesi: Franco Bernabè, 72 anni, ex ad del gruppo petrolifero ed ex ad di Telecom Italia.

Nell’ex Finmeccanica il Pd ha chiesto la conferma di Alessandro Profumo, il banchiere già ad di Unicredit ed ex presidente di Bnca Mps che è stato nominato tre anni fa dal governo Gentiloni. I 5S vogliono sostituirlo con un candidato dal profilo industriale. Il candidato più forte in alternativa a Profumo è Giuseppe Giordo, ex ad di Alenia Aermacchi fino a marzo 2015, poi approdato in Fincantieri. Secondo i dem, il Quirinale vuole la continuità in Leonardo e quindi chiede la conferma di Profumo. Il Quirinale ufficialmente non ha espresso posizioni. I M5S hanno ribattuto che se devono accettare la conferma di Descalzi pretenderanno la sostituzione di Profumo con Giordo. Il nodo da sciogliere riguarderebbe la giustizia. Alcuni pentastellati rilevano che anche Profumo ha un procedimento giudiziario, il processo a Milano per falso in bilancio.

Non sono in discussione le conferme di Francesco Starace come ad dell’Enel e di Matteo Del Fante alla guida di Poste. Si discute però di un ricambio alle presidenze. L’avvocato Michele Crisostomo è stato candidato dal M5S per la presidenza Enel, ma avrebbe buone chance di essere confermata Patrizia Grieco. Alle Poste potrebbe andare Lucia Calvosa se non dovesse passare la candidatura all’Eni. Alla società della rete elettrica ci sarà un nuovo ad. Il candidato con le maggiori probabilità è Stefano Donnarumma, il manager che dal 2017 è alla guida di Acea, scelto dalla giunta di Virginia Raggi. Altri candidati sono l’ad uscente di A2A Lucio Valerio Camerano, appoggiato dal Pd, mentre anche per Terna circola il nome di Domenico Arcuri, l’ad di Invitalia che Conte ha nominato supercommissario per il Coronavirus.

Un altro candidato del M5S è Paolo Simioni, presidente dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti di Roma. Lo vorrebbero alla guida dell’Enav, la società che controlla il traffico aereo, oggi guidata da Roberta Neri, nominata nel luglio 2015 dal governo Renzi, ex Cfo dell’Acea. Neri è vicina a Maria Elena Boschi. Infine c’è lo scontro su Banca Mps. L’ad Marco Morelli è in uscita.

Il Mef vorrebbe nominare Fabio Innocenzi, il M5S dopo la bocciatura di altri candidati propone Guido Bastianini, ex Carige. Le prossime ore saranno determinanti per capire come il governo si dividerà le quote delle maggiori aziende statali.

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