Il partito renziano registra una vittoria. Ovviamente parliamo di una sola battaglia e non di tutta la guerra. La battaglia è quella scatenata da chi ha tentato attraverso la raccolta di firme di far indire un referendum abrogativo sull'Italicum, il nuovo modello elettorale. Lo stesso comitato promotore si è arreso alzando bandiera bianca. Le firme raccolte si fermano a quota 420mila (ne sarebbero servite più di 500mila). Incassata la vittoria della battaglia, rimane però, nel fronte renziano, l'ansia per l'esito della guerra. Sapendo che la posta è pesante (il voto al referendum di ottobre potrebbe essere decisivo anche per le sorti del governo), vengono resi abili e arruolati anche politici piuttosto stagionati. Il più blasonato è ovviamente il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Durante la direzione di lunedì, Renzi aveva già avuto modo di riproporre il video del discorso della rielezione di Napolitano. Dove il presidente ricorda di aver accettato di rimanere come inquilino del Quirinale solo per il tempo necessario affinché fossero portate a termine le riforme. Un segnale di rappel à l'ordre che l'ex migliorista ha raccolto con inaspettata tempestività tanto che ieri, in occasione della cerimonia per i 70 anni della Confederazione nazionale artigiani, si è schierato senza se e senza ma a favore del Sì. «Auspico fortemente che la maggioranza dei cittadini non faccia finire nel nulla il lavoro di due anni del Parlamento» queste le sue parole. Come se fosse più che altro preoccupato dello spreco di tempo che lui stesso avrebbe finito con l'avallare. In verità Napolitano va anche oltre. «Noi la amiamo - dice il presidente, davanti al ministro Maria Elena Boschi, visibilmente compiaciuta - per i suoi principi e diritti fondamentali ai quali non rinunceremo mai, ma nella seconda parte della Costituzione, che dice come deve funzionare lo stato democratico, l'opera dei padri costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro».
Un uscita, quella di Napolitano, che ha qualcuno ha ricordato modi e stile di «un monarca costituzionale», come al senatore Francesco Campanella di Sinistra italiana. Altri, invece, che già avevano il dente avvelenato col presidente emerito non sono riusciti a trattenersi. A Salvini, al solito, il primato del commento più colorito: «L'anziano comunista Napolitano spera che gli italiani votino in massa per il Sì al referendum di Renzi. Dice Mi ci sono rotto la testa nove anni. Bene speriamo che si prenda una bella capocciata a ottobre. E che poi si ritiri». C'è però chi pensa che come testimonial Napolitano potrebbe risolversi in un boomerang.
«L'ex presidente - commenta Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) - è stato il protagonista, in negativo, di una tra le pagine più antidemocratiche della nostra storia repubblicana. Con lui è stata asfaltata la volontà popolare e ribaltato un governo scelto dagli elettori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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