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Il governo vuole attirare i Paperoni stranieri e "scopre" la flat tax

Una tantum da 100mila euro per strappare a Londra i milionari in fuga dopo la Brexit

Il governo vuole attirare i Paperoni stranieri e "scopre" la flat tax

Venghino signori venghino. L'Italia, da oggi, è un po' più rich friendly. L'obiettivo è attirare i capitali di imprenditori e investitori stranieri. Con la legge di Bilancio 2017 è arrivata un'agevolazione importante per gli stranieri che intendono trasferire la loro residenza fiscale nel nostro Paese.

La misura, introdotta dall'ultima manovra, ha trovato attuazione nel provvedimento attuativo dell'Agenzia delle Entrate reso noto ieri. I Paperoni d'oltralpe per gli addetti ai lavori i cosiddetti High net worth individual, persone con un alto patrimonio - potranno beneficiare di una imposta sostituiva, cioè una flat tax, sui redditi prodotti all'estero: imposta quantificata in termini forfettari di 100mila euro, per ciascun periodo d'imposta su cui viene esercitata. Insieme alla notizia, arriva anche il libretto delle istruzioni.

I contribuenti in possesso dei requisiti possono aderire al nuovo regime nel momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, riferita al periodo d'imposta in cui è stata trasferita la residenza fiscale in Italia o in quello immediatamente successivo. L'opzione per il periodo d'imposta 2017, come specificato dal viceministro Casero interrogato sul tema in Commissione Finanze alla Camera, qualche giorno fa, dovrà essere esercitata entro il 30 settembre 2018. Del regime forfettario potranno usufruire, per estensione, anche uno o più familiari in possesso dei requisiti, attraverso una specifica indicazione nella dichiarazione dei redditi (in questo caso, l'imposta sostitutiva è pari a 25mila euro).

La tassa agevolata riguarderà solo chi è residente all'estero da almeno 9 periodi d'imposta negli ultimi 10 anni. Una misura, quindi, che punta a favorire gli stranieri incoming (cioè «nuovi» per il nostro Paese) lasciando fuori coloro che in questi anni si sono trasferiti dall'Italia all'estero. E alcune stime prevedono già che il nuovo regime potenzialmente interessi subito un migliaio di soggetti. Una mossa che apre alla concorrenza verso Paesi che da anni, come la Spagna o la Gran Bretagna, attirano emiri, calciatori e cantanti, insomma conti a molti zeri, da ogni dove del globo. Sono in molti a ritenere che lo scopo sia, soprattutto, sfruttare l'onda lunga della Brexit, per cercare di intercettare e dirottare in Italia, e in particolare a Milano, proprio quei ricchi e appetibili professionisti costretti a lasciare Londra dopo il divorzio con Bruxelles. C'è però qualcosa in più, in questa imposta, che già a chiamarla flat tax tradisce una novità importante. Non solo in tema di defiscalizzazione, ma anche di linguaggio della politica, che lascia intravedere un segnale importante. Perché il premier Gentiloni, a furia di smarcarsi dall'eredità del suo predecessore Renzi, ha finito per sposare pure i temi del liberalismo economico e di quella retorica più figlia del centrodestra, che la rivoluzione fiscale la chiede da un po'.

Almeno, un beneficio per il Paese.

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