
Il giorno dopo, in via Gordiani, a Centocelle, periferia est di Roma, dove venerdì mattina è esploso un distributore di benzina, è quello in cui si prende coscienza che solo per miracolo non è stata una strage, ci si informa delle condizioni dei feriti, si aspetta che i vigili del fuoco verifichino l'agibilità degli appartamenti sconquassati dall'onda urto, si contano i danni e si cerca di capire chi li pagherà. Per i genitori la priorità sono le scuole del quartiere. Molte sono state danneggiate. A settembre saranno operative?
I vetri per terra sono stati rimossi, ma le finestre dei comprensori alle spalle del distributore sono divelte, come gli infissi e le porte metalliche dei garage più vicini. Capisci, vedendoli vagare per strade dove sembra scoppiata una bomba, chi venerdì se l'è vista brutta e porta ancora i segni sulla pelle. Dei cinquanta feriti finiti in ospedale due sono ancora gravi, ma stabili, entrambi sedati e sottoposti a ventilazione meccanica assistita. Uno in particolare presenta ustioni di terzo grado sul 55 per cento del corpo. Le notizie sui monitoraggi dell'aria non sono buone ed ora è scattato pure l'allarme diossina, generata dall'esplosione. I rilevatori istallati dall'Arpa Lazio per verificare la presenza residua di gas nell'aria hanno registrato in particolare la presenza di diossine-TEQ pari a 1 pg/m3. L'Oms stima concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata. L'incendio, dunque, ha effettivamente generato diossina. Il risultato del monitoraggio servirà agli enti sanitari per valutare i possibili rischi sulla salute dei cittadini e per indicare i comportamenti da seguire. Anche se al momento, Giuseppe Napolitano, direttore della Protezione civile di Roma, si dice "cautamente ottimista".
Fabio Balzani, il presidente della polisportiva Villa De Sanctis, l'impianto investito in pieno dall'esplosione pochi minuti prima che arrivassero in piscina tutti i prenotati, oltre un centinaio di persone: se la deflagrazione fosse stata poco dopo, sarebbe stata una strage. Domani periti e tecnici cercheranno di quantificare i danni, intanto è partita una raccolta fondi per aiutare la ricostruzione del centro sportivo, che era un punto di riferimento per il quartiere e ora sembra un campo di battaglia con lamiere, sedie e ombrelloni scaraventati sui campi da tennis, ormai impraticabili.
Il fascicolo aperto dalla Procura di Roma per disastro colposo e lesioni aggravate è ancora senza indagati. I magistrati hanno ricevuto la prima informativa dei vigili del fuoco con una parziale ricostruzione dei tragici minuti che hanno preceduto la doppia esplosione causata da una perdita durante le operazioni di carico e scarico del gpl. Da accertare se c'è stato un errore umano, se è vero che l'autobotte potrebbe avere urtato contro la colonnina del gas.
E anche se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza del distributore e le regole che tutelano i lavoratori. Gli abitanti della zona avrebbero segnalato in passato alcune anomalie sulle condizioni in cui versava la pompa di benzina e sul rispetto delle disposizioni di legge. Ma è tutto ancora da verificare.