
Romano Prodi nega tutto. Categoricamente. Smentisce le voci che vorrebbero imminente un suo ritorno in politica per disarcionare Matteo Renzi, magari in collaborazione con Enrico Letta.
In una lunga intervista a Il Manifesto, il Professore dice la sua su un'ampia gamma di argomenti, dall'Europa all'immigrazione: getta la croce sui leader europei, che nelle sue parole si sono "piegati al populismo" fino al punto di rischiare il fallimento dell'intero progetto dell'Unione. Sulle soluzioni proposte all'emergenza immigrazione esprime un "giudizio misto", positivo per i fondi aumentati ma deluso per la mancata ripartizione dell'accoglienza tra i vari Paesi. Boccia sia l'ipotesi di bombardare i barconi, sia quella di mobilitare le truppe di terra in Libia, ma riconosce che l'apertura di un corridoio umanitario verrebbe ritenuto "alla stregua di un taxi da parte dell'opinione pubblica".
Rifiuta di parlare di un "fallimento" del progetto europeo, limitandosi ad ammettere una "lunga sosta" nel processo di integrazione. Quando gli chiedono dell'esistenza di un piano elaborato con Enrico Letta per attentare alla sopravvivenza dell'esecutivo, vorrebbe rispondere con una risata: "Non so se Letta ha voglia di rientrare in politica, ma io con l’età che ho se avessi voluto fare qualche piano l’avrei fatto un po’ prima. Sono sette anni che sono fuori, che giro il mondo, faccio cose interessanti e non ho nessuna intenzione di dare noia a nessuno né di sostenere nessuno. Però ho il diritto di ricordare ed è per questo che ho scritto il libro. E tra vent'anni ne scriverò un altro".
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proprio parlando del libro "Missione incompiuta", l'ex premier si concede una battuta: "Renzi ha derubricato le mie teorie politiche a pubblicità editoriale? La migliore pubblicità al libro me l'ha fatta lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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