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Il grande caos del concorsone. Furia candidati sulla Azzolina

Lo strano caso in Lombardia, le proteste dei candidati. E le accuse incrociate. Nuova bufera per il ministro grillino

Il grande caos del concorsone. Furia candidati sulla Azzolina

Chiamatele stranezze. Chiamatele assurdità. Chiamatela rigida selezione. Fate un po’ come vi pare. Forse l’unica cosa certa nella intricata storia del concorso per DSGA scolastici è il gran caos provocato. Un concorsone di quelli nel classico stile italiano, quasi due anni di preparazione, esami, commissioni, corsi e ricorsi per arrivare alla soglia del nuovo anno scolastico senza essere riusciti ad assumere i dirigenti necessari al funzionamento scolastico. Il Ministro Lucia Azzolina continua a ripetere che che la scuola ripartirà "a settembre più forte di prima". Ma a giudicare dai fatti i dubbi sono legittimi.

Basterebbe il nome del ruolo messo a concorso a far capire che la faccenda non poteva risolversi in semplicità. L’acronimo DSGA sta per Dirigenti dei Servizi Generali e Amministrativi, posizione che una volta veniva semplicemente definita “segretario”, ma che oggi riveste un ruolo di rilievo nella macchina scolastica. Per ambire al posto occorre una laurea magistrale in giurisprudenza, scienze politiche e simili o avere più di 3 anni di servizio. E ovviamente bisogna passare un concorso, ostacolo ad ogni aspirazione pubblica. Il ministero dell’Istruzione bandisce la lotteria il 20 dicembre 2018 per 2.004 direttori, più altri 601 posti riservati al personale interno con tutte le carte in regola. Totale: 2.605 contratti.

Elenco ammessi prova Dsga
Tabella realizzata da Anquap

Alla ruota della fortuna si candidano in 102.900 persone (in pratica solo due su 100 possono sperare di farcela) e appena 6mila passano la preselezione per accedere alle due prove scritte. Una mannaia selettiva, ma fin qui nulla di strano. I problemi sorgono all’alba del 2020. Il Covid rallenta le pratiche di selezione ma tra fine maggio e inizio giugno gli uffici scolastici regionali iniziano a pubblicare l’elenco degli ammessi alle prove orali. I candidati prendono in mano la tabella riassuntiva e scoprono qualcosa di “assurdo”, o almeno così lo descrivono in molti. In Lombardia, la Regione dove era in palio il più alto numero di posti (450 + il 30%) vengono ammessi agli orali solo 207 concorrenti su 1.080. Direte: selezione dura. Può darsi. Resta il fatto che il dato (solo il 15% di idonei) cozza col resto d’Italia, dove le maglie delle ammissioni sono state molto più larghe. Friuli 34,4%, Liguria 49,7%, Piemonte 42,5%, Veneto 37,5%, per rimanere al Nord. Ma al Centro-Sud la percentuale sale fino alla Campania, che vanta l’86,6% di ammessi dallo scritto all’orale. Quasi ovunque al colloquio andrà un numero di candidati pari o maggiore ai posti a disposizione, mentre in Lombardia resteranno vacanti almeno 244 posti. Possibile che tutti gli asini si siano radunati all’ombra della Madonnina?

Lucia Azzolina

I risultati sollevano un polverone di polemiche. “Si tratta di qualcosa di surreale e anomalo”, attacca il Comitato Difendiamo il Concorso DSGA. Le accuse parlano di un modo "per alleggerire il lavoro estivo delle commissioni", di un concorso che "si è dimostrato una farsa" e di un Ministero che "dovrebbe aprire un'inchiesta su quello che è successo", ma "siamo ben consapevoli che non accadrà". Dietro le proteste si cela anche un vespaio di sospetti e accuse incrociate che vale la pena raccontare. Attualmente i posti vacanti per DSGA sono occupati dai cosiddetti DSGA facenti funzioni, assistenti amministrativi scolastici prestati alla causa. Alcuni di loro fanno questo mestiere da più di tre anni (qualcuno anche 10), ma non tutti hanno la laurea. I sindacati si sono fatti sentire, chiedendo per loro un concorso riservato speciale. L’ex ministro Fioramonti aveva sottoscritto qualche intesa, poi non se ne fece più nulla. E tutto è rimasto a ribollire in pentola finché nei giorni scorsi la maggioranza (Nicola Fratoianni, di Leu) non presenta un emendamento al dl Rilancio per “rilanciare” l’idea. Se da una parte c’è chi esulta (sindacati in testa), dall’altra a qualcuno la tempistica puzza di bruciato. E legge la raffica di bocciature come un modo per "rimettere in gioco" proprio i facenti funzione. “Questa è l’Italia - dicono dal Comitato - un Paese che non è e non sarà mai in grado di staccarsi dai sotterfugi, dalle pretese illegittime di chi sa alzare di più la voce e da qualsivoglia forma di pressione politica e sindacale”.

Scuola

Il paradosso infatti è che con ogni probabilità i posti vacanti verranno assegnati proprio a chi non ha superato il concorso. In Lombardia, per dire, a settembre si calcolano 631 scuole sprovviste di un titolare del ruolo Dsga. Mica pochi. I facenti funzione sono infuriati, e da tempo lamentano la "mancata considerazione riscossa dalla Ministra". La Cgil ha colto la palla al balzo e per voce di Anna Maria Santoro già ripropone il concorso “riservato”. Sull’ipotesi, è evidente, il Comitato dei candidati non è concorde. A maggio aveva parlato di “pretese illegittime”, “egoismo e prepotenza delle più note sigle sindacali” che avrebbero esercitato “pressioni nei confronti del MI” pur di “salvaguardare gli interessi dei loro tesserati”. Insomma, una guerra all’ultimo sangue, fomentata dal caos concorsuale. L’esito appare scontato: ricorsi e carte bollate.

Lucia Azzolina
Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina

E allora alcune domande sorgono spontanee: perché istituire un concorsone così complesso, e immaginiamo costoso, per non riuscire a coprire tutti i posti? Certo la valutazione delle commissioni è insindacabile, e a meno di grossolani errori c’è poco da fare. Ma i problemi non mancano: le scuole a settembre saranno impreparate, centinaia di candidati sono rimasti illusi e molti di loro saranno pure infuriati. La mannaia è solo questione di merito - e la cosa sarebbe ovviamente lodevole - oppure dietro c’è qualcos’altro? Perché di ipotesi, proteste e illazioni nei gruppi Facebook e social dei candidati ne corrono parecchie. Un tam tam inarrestabile. Le riportiamo per dovizia di particolari, dettagli su cui continueremo a indagare. L’Anquap per dire ha inviato all’Azzolina la segnalazione di un candidato lombardo che, pur avendo conseguito il punteggio minimo (21), non sarebbe stato valutato nella seconda prova scritta. "Se hanno agito così anche in altri casi - scrive Giorgio Germani - siamo in presenza (preoccupante) di un’amministrazione che non sa svolgere le sue funzioni". Alcuni concorrenti, invece, stanno raccogliendo informazioni su una mail che sarebbe arrivata ad alcuni partecipanti ad un corso di preparazione in cui, prima dello svolgimento della prova, "vengono individuate le tracce poi effettivamente uscite". Infine, un esponente del comitato confessa al Giornale.

it questo dubbio: non è che "pur di finire in tempo" il concorso "hanno cestinato la maggior parte dei compiti mettendo l'insufficienza"? Sulla già scottante poltrona di Azzolina, insomma, c’è un’altra rovente gatta da pelare.

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