«Un rimpasto si sa quando inizia, ma non quando e come finisce». Nel Carroccio riecheggia anche un'antica consapevolezza sulle leggi della politica, ormai però il dado è tratto: la giunta lombarda cambierà. E le novità potrebbero non limitarsi alla sola casella della Sanità, coinvolgendo anche nomi di grande prestigio, come quello di Letizia Moratti, ex ministro ed ex sindaco di Milano.
Pur con tutte le incertezze del caso, il rimpasto è ormai certo, così come l'orizzonte entro il quale sarà perfezionato: prima del consiglio regionale del 19 gennaio. Stabilito questo, resta da capire come sarà confezionato e se sia questione di ore o giorni. I vertici di Lega e Regione ora sono allineati: chiudere senza perdere tempo. «Prima possibile, anche ieri» dice un pezzo grosso, però quella di Palazzo Lombardia è una classica maggioranza di centrodestra - la più antica d'Italia - quindi va maneggiata con sapienza, e rafforzata con profili di alto spessore.
In casa leghista è probabile la sostituzione delle assessore Silvia Piani (Famiglia) e Martina Cambiaghi (Sport), mentre Fdi per ora sta alla finestra, puntando a confermare i suoi attuali due posti in giunta. La mossa più eclatante però riguarda l'assessorato di maggior peso di Forza Italia, Giulio Gallera al Welfare, e quindi la questione è nelle mani di Silvio Berlusconi. E proprio al leader azzurro viene attribuito quello che sarebbe un «gran colpo» per tutti: il ritorno dell'ex ministro Letizia Moratti, magari con un ruolo confezionato «su misura».
L'avvicendamento di Gallera alla Sanità viene dato per scontato. La fatidica «ultima goccia», nello scorso week end, è stato il caso innescato dalle dichiarazioni sull'iniziale ritardo della Lombardia nella vaccinazione degli operatori sanitari. L'assessore ha spiegato che la partenza della campagna era stata fissata al 4 gennaio anche perché «nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo». La scelta era condivisa e forse anche la spiegazione, fatto sta che ne è sorta l'ennesima polemica nazionale. Dopo una giornata di tensioni, lunedì la situazione non è precipitata e Gallera è rimasto al suo posto, ma l'esito finale appare deciso. E a questo punto le opzioni paiono due. La prima prevede l'arrivo dell'ex sindaco Moratti al Welfare, e magari alla vicepresidenza della Regione (l'attuale vicepresidente Fabrizio Sala - che ha ben figurato - potrebbe essere accontentato consolidando le sue deleghe già interessanti). Una delle due leghiste potrebbe essere sostituita da un'altra ex ministra, la comasca Alessandra Locatelli che - seppur per una sola estate - ha avuto la responsabilità di Famiglia e Disabilità nel governo «gialloverde». Ma il «colpo» di una donna del calibro di Letizia Moratti lascerebbe anche più spazio a un altro «innesto» importante che - come vuole Matteo Salvini - potrebbe essere giocato a vantaggio di un altro lumbard di spessore e esperienza governativa (si parla del lodigiano Guido Guidesi o di Massimo Garavaglia, il bocconiano che da assessore al Bilancio con Roberto Maroni è diventato prima sottosegretario e poi viceministro all'Economia sempre nell'esecutivo Lega-5 Stelle).
Un secondo scenario prevede movimenti più circoscritti. Alla sanità andrebbe un tecnico gradito alla Lega, un medico di grande prestigio: Gian Vincenzo Zuccotti, preside di Medicina alla Statale e direttore della clinica pediatrica del «Buzzi».
Questa ipotesi agevolerebbe forse il rientro di Gallera in un'altra postazione, con altre deleghe, ma a quel punto Fontana dovrebbe trovare - oltre alla Locatelli - un'altra nomina «in rosa», e quindi si fa il nome della bresciana Claudia Carzeri, stavolta di Forza Italia, che sarebbe così in parte «risarcita» dalla perdita della Sanità.La partita è aperta, finirà presto e il centrodestra spera che finisca con il rapido rilancio della Regione più produttiva d'Italia.
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