Guerra in Ucraina

Grano, il giorno dell'intesa. Russia e Ucraina firmano "Una speranza per la pace"

Primo accordo a Istanbul dopo 5 mesi di guerra: sbloccati 25 milioni di tonnellate di cereali. Zelensky: "Abbiamo 10 miliardi di raccolto".

Grano, il giorno dell'intesa. Russia e Ucraina firmano "Una speranza per la pace"


Il vero vincitore è Recep Tayyip Erdogan. Che può intestarsi il primo successo diplomatico dall'inizio della guerra, cinque mesi fa. È stato il presidente turco il manovratore dell'accordo firmato ieri a Istanbul, a Palazzo Dolmabahce, in riva al Bosforo, nel corso di una cerimonia che il «Sultano» ha preteso fosse trasmessa in diretta dalla tv di Stato Trt, che ha sbloccato l'esportazione del grano ucraino fermo nelle navi ancorate nei porti del Mar Nero. Dapprima, poco prima delle 14 italiane, è stato il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov a mettere la sua firma assieme a quella del ministro della Difesa turco Hulusi Akar e del segretario generale dell'Onu António Guterres. Poi, un paio di ore dopo, è toccato al ministro della Difesa di Mosca Serghei Shoigu. «Oggi è una giornata storica, siamo fieri del nostro ruolo svolto in questa iniziativa che ha risolto la crisi alimentare mondiale. L'accordo di oggi riguarda tutte le nazioni del mondo, dall'Africa all'Asia, e stiamo evitando insieme l'incubo della fame globale», si è subito gloriato Erdogan.
L'accordo, a cui era presente anche l'oligarca russo Roman Abramovich, seduto nelle prime file della sala del palazzo istanbuliota, avrà effetti immediati, e un'ottantina di navi cariche di grano e di altri prodotti alimentari sono pronte a prendere il largo per consegnare, in una prima fase, almeno 25 milioni di tonnellate del cereale ai mercati globali nelle prossime settimane. L'Onu da parte sua prevede che 5 milioni di tonnellate di grano al mese possano essere esportate dai porti ucraini. L'accordo prevede la creazione di corridoi sicuri da Odessa e altri due porti sotto controllo dell'Ucraina ma non scorte militari per le navi che trasporteranno il grano. Non solo: qualora si rendessero necessarie ispezioni ai cargo di Kiev nel Mar Nero a condurle saranno gruppi congiunti. «La Russia non approfitterà per trarre vantaggi militari dal fatto che gli ucraini si sono impegnati a sminare e riaprire i loro porti sul Mar Nero nell'ambito dell'accordo per lo sblocco del grano ucraino», ha garantito Shoigu. L'Ucraina comunque non sembra fidarsi del nemico («ci fidiamo dell'Onu, non di Mosca») e promette una «risposta militare immediata» in caso di «provocazioni» russe.
Un altro effetto è stato il calo quasi istantaneo del prezzo del grano, tornato ai livelli precedenti allo scoppio della guerra. Il grano tenero ieri era scambiato a 784,5 dollari per ogni singola unità contrattuale da 5mila staia (-2,64 per cento) mentre il grano duro a 841,25 dollari (-2,32 per cento), poco sotto la chiusura del 18 febbraio.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, lo riporta l'Ukrainska Prvada, ha affermato di avere a disposizione «circa 10 miliardi di dollari di grano».
Tutto il mondo tira un sospiro di sollievo, da un lato per il segnale di pallido ottimismo che arriva da Istanbul (ancora Erdogan: «Speriamo che si riapra uno spiraglio per la pace con questo accordo»), dall'altro per gli effetti positivi che l'intesa avrà sull'emergenza alimentare globale. Forse è un po' esagerata la tesi del presidente turco, talmente ansioso di guadagnare punti nella considerazione internazionale da arrivare a dire che «abbiamo risolto la crisi alimentare mondiale, stiamo evitando insieme l'incubo della fame globale». Ma certo l'accordo, come twitta il presidente del consiglio dell'Ue Charles Michel, «può portare benefici a milioni di persone in tutto il mondo. La rigorosa attuazione dell'accordo è ora di estrema importanza per far sì che funzioni». Anche la Casa Bianca, con il portavoce John Kirby, plaude all'accordo e invita la Russia ad «attuare «rapidamente» l'accordo, che prevede anche l'istituzione nella stessa Istanbul di un centro per coordinare l'esportazione del grano dall'Ucraina.
Meno strombazzata ma ugualmente importante per aumentare la capacità produttiva dei cereali la deroga temporanea alle norme sulla rotazione delle colture decisa dalla commissione Ue su proposta di alcuni Stati membri che consentirà di massimizzare la capacità produttiva dell'Ue per i cereali destinati ai prodotti alimentari.

In tal modo 1,5 milioni di ettari saranno rimessi in produzione, e l'Europa potrebbero garantirsi fino a 7-8 milioni di tonnellate di grano all'anno in più.

Commenti