Guerra in Ucraina

Grano, Mosca non cede (ma salpano 12 navi). Usa: "Ricatto al mondo"

La mediazione di Turchia e Onu consente la partenza dei cargo. Vola il prezzo dei cereali

Grano, Mosca non cede (ma salpano 12 navi). Usa: "Ricatto al mondo"

Nonostante lo stop della Russia all'accordo sul grano - che sta facendo impennare i prezzi dei cereali - la Turchia, l'Onu e l'Ucraina hanno concordato un piano per il movimento di sedici navi, dodici delle quali sono già partite dai porti ucraini e quattro sono in arrivo. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, dopo essere stato uno dei garanti dell'intesa firmata lo scorso 19 luglio a Istanbul per sbloccare le esportazioni, ha intenzione di andare avanti «nonostante l'esitazione russa», rivendicando gli sforzi fatti per portare il grano russo e ucraino, che rappresenta un terzo di quello prodotto nel mondo, ai Paesi minacciati dalla carestia. Ieri c'è stata anche una telefonata tra il ministro della Difesa turco Hulusi Akar e il collega russo Sergei Shoigu in merito alla sospensione dell'accordo, in cui Akar ha chiesto a Mosca di rivedere la sua decisione: «Sospendere questa iniziativa non sarà un vantaggio per la Russia, per l'Ucraina e per nessun altro e avrà ricadute su tutta l'umanità. Stiamo mantenendo i contatti con i ministri della Difesa di Russia e Ucraina. Parleremo e cercheremo di assicurare che l'iniziativa continui».

Intanto le delegazioni di Onu e Turchia sono riuscite a mettere a disposizione dieci squadre di ispezione per controllare 40 navi nel Mar Nero. «Il piano di ispezione è stato accettato dalla delegazione ucraina, quella russa è stata informata», ha fatto sapere il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov. Ma il Cremlino non vede di buon occhio l'essere stato bypassato e avverte che senza la Russia l'accordo per l'export sicuro di grano dai porti ucraini diventa «difficile e pericoloso». «Nelle condizioni in cui la Russia parla dell'impossibilità di garantire la sicurezza della navigazione in queste zone, un accordo del genere è difficilmente fattibile, e assume un carattere diverso: molto più rischioso, pericoloso e non garantito», ha detto alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, spiegando che vanno avanti i contatti con la Turchia e l'Onu «attraverso i dipartimenti diplomatici e di altro tipo». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sta di fatto lavorando affinché Mosca torni a far parte dell'accordo, sospeso a causa dell'attacco con i droni alla flotta russa del Mar Nero. Droni marittimi che secondo Mosca avrebbero navigato attraverso i corridoi sicuri, tanto che la Russia ha chiesto all'Ucraina l'«impegno» a demilitarizzarli. «Non si può consentire il traffico di navi se Kiev li utilizza per azioni ostili e non si può discutere di garantire la sicurezza di qualsiasi cosa in quest'area fino a quando l'Ucraina non assumerà ulteriori impegni a non utilizzare questa via per scopi militari», ha comunicato il ministero della Difesa di Mosca.

Questo nonostante durante il Consiglio di sicurezza di ieri a New York l'Onu abbia smontato gli argomenti del Cremlino, spiegando che «quando le navi dell'iniziativa per il grano non sono nell'area, il corridoio non ha uno status speciale, non fornisce copertura o protezione per azioni militari offensive o difensive e non può essere usato come scudo o nascondiglio». Il coordinatore Onu per i soccorsi d'emergenza Martin Griffiths ha anche sottolineato che la notte dell'attacco contro la base russa di Sebastopoli non vi erano cargo di grano in navigazione nel corridoio. Per Griffiths quella russa è comunque solo una sospensione temporanea del patto, che nel frattempo rimane in vigore. Di tutt'altro avviso l'ambasciatore di Mosca all'Onu, Vassily Nebenzia, che sempre durante il Consiglio di Sicurezza ha ribadito l'intenzione della Russia di non consentire ulteriori esportazioni: «L'accordo non sarà attuato senza di noi», ha detto. A suo dire, inoltre, sarebbero «le autorità di Kiev e non la Russia a minacciare l'integrità dei corridoi». Durissimi gli Stati Uniti sulla sospensione dell'accordo da parte della Russia, azione ritenuta un «ricatto collettivo».

«Non punisce solo l'Ucraina ma tutti quei Paesi che hanno bisogno del grano», ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano.

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