Grasso è pronto a candidarsi ma intanto incassa solo no

Boldrini e Bonsanti (Libertà e giustizia) rifiutano l'invito alla convention che lancerà il presidente

Grasso è pronto a candidarsi ma intanto incassa solo no

Roma - Ufficialmente fa sapere, solenne, di non aver «ancora sciolto la riserva» sull'offerta del prestigioso incarico di leader della lista D'Alema-Vendola-Pippo (nel senso di Civati).

Ma dietro le quinte il presidente del Senato è alacremente al lavoro per costruire la propria discesa in campo, che avverrà il 3 dicembre a Roma, all'assemblea indetta da Mdp e aspiranti soci. Riceve - come ieri - i colonnelli del suo futuro esercito (Speranza, Fratoianni e Civati) per un brain storming sul nome da dare al partito (volevano chiamarsi Liberi e Uguali, un po' come la lacca per capelli, ma sono stati diffidati da Libertà Eguale, corrente liberal del Pd). E si occupa anche di diramare inviti. In realtà l'assemblea era convocata per il 2, ma poi Susanna Camusso - per far vedere chi comanda a sinistra - ha fissato per quel giorno la sua manifestazione anti-governo, e gli altri hanno dovuto obbedire e spostarsi. In vista dell'evento, Pietro Grasso si è messo al lavoro, anche per scongiurare il rischio che più di un amico gli ha paventato: «Attento a non fare la fine di Pisapia, che D'Alema voleva usare come bella statuina per coprire la propria lista». Per evitare che l'assemblea del 3 si trasformi in una riunione di nostalgici reduci del Pci, Grasso ha iniziato a diramare inviti a personaggi che secondo lui alzerebbero il tono e allargherebbero il giro. Incassando purtroppo alcuni rifiuti.

Il più perfido è arrivato pubblicamente via Facebook da Sandra Bonsanti, veterana del salottismo di sinistra e animatrice di Libertà e Giustizia, circoletto di anime belle e vestali dell'ortodossia costituzionale come Gustavo Zagrebelsky. «Ringrazio il presidente del Senato ma quel giorno ho da fare», ha voluto far sapere, mettendo in piazza la riservata iniziativa della seconda carica dello Stato. Cosa abbia da fare è presto detto: per il 3 dicembre Libertà e Giustizia ha indetto un contro-summit, per festeggiare la «loro» vittoria nel referendum. Dissociandosi quindi (le ragioni sono complesse e hanno a che fare con il loro affetto per un tal Tomaso Montanari, animatore della sinistra più a sinistra della sinistra di Mdp) da Grasso e i suoi prodi.

Un altro rifiuto è arrivato da Laura Boldrini, che - tenendo il mondo col fiato sospeso - fa sapere che il 3 è occupata con la Finanziaria, e solo dopo «farà sapere le sue scelte politiche». Di certo, la terza carica non andrà quel giorno a reggere lo strascico alla seconda. Cui non resta che consolarsi con D'Alema, che lo definisce «un valore aggiunto per la sinistra». Aggiunto a lui.

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