Il ringraziamento a Silvio Berlusconi per un passo indietro sofferto. Il no di Lega e Fi al trasferimento di Mario Draghi al Quirinale. Ma anche qualche tensione per il riferimento alla necessità di arrivare alla fine della legislatura, contenuto nella nota con cui il presidente di Forza Italia annuncia la fine della sua corsa per il Colle. Oltre a un distinguo sottolineato in grassetto da parte di Fratelli d'Italia che continua a tifare per il ritorno immediato alle urne, pur nella consapevolezza che si tratta di una ipotesi quantomeno remota.
Quello che a inizio pomeriggio appare come un possibile, nuovo passaggio interlocutorio si trasforma in uno snodo decisivo. Lo storico leader del centrodestra dichiara chiuso il suo periodo di riflessione e valutazione della candidatura, gli alleati applaudono e ringraziano e ora sono pronti ad aprire le danze per l'individuazione del candidato «condiviso», da pescare nel novero delle figure di alto profilo gradite al centrodestra all'interno di una terna di nomi che verrà definita al più presto. Il desiderio di intestarsi il ruolo di kingmaker è palese, ma si cercherà una mediazione e oggi sarà una giornata fondamentale per limare le distanze, evitare crepe e rafforzare al contrario l'edificio del centrodestra.
Di certo nell'accelerazione decisa da Berlusconi un peso lo ha avuto anche il pressing degli alleati, con i quali in mattinata c'erano stati contatti telefonici. Una possibilità che era stata vagliata era quella di fissare un vertice nella giornata di domani, alla viglia della prima chiama quirinalizia. Un incontro a cui avrebbe fatto seguito un confronto con l'assemblea dei grandi elettori di centrodestra, convocata nell'auletta dei gruppi di Montecitorio. Ma alla fine ha prevalso la linea dell'unità e quella definizione del quadro invocata in particolare da Salvini. Si va invece verso un vertice dei tre leader - che già si sono sentiti in serata - per definire le mosse da consumare nelle prossime ore.
Alla fine il leader della Lega detta un ringraziamento convinto al Cavaliere, protagonista di una «scelta decisiva e fondamentale». «Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al Centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra». E fonti del Carroccio fanno sapere che «il centrodestra è compatto ed è pronto a formulare proposte di alto profilo su cui la sinistra non potrà porre veti». Fratelli d'Italia invece ci tiene a smentire di aver posto veti su Draghi al Quirinale, ma soprattutto ci tiene a distinguersi e a indicare in maniera chiara che il partito di Giorgia Meloni vuole le elezioni.
«Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità di Berlusconi, che a seguito della verifica che si era riservato di fare per accertare le effettive possibilità di elezione, ha rinunciato a offrire la sua disponibilità alla candidatura. Abbiamo invece apprezzato assai meno le indiscrezioni uscite nel corso del vertice. Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né posti veti di alcun genere. Piuttosto, durante la riunione, Fratelli d'Italia ha insistito affinché fosse chiaro che non auspica in alcun modo che la legislatura prosegua, come invece possono eventualmente ritenere le forze della maggioranza. FdI resta ferma sulla necessità che il centrodestra esprima una o più candidature della propria area culturale, che rappresenta la maggioranza degli italiani. Se questo non fosse possibile, la nostra priorità è un Presidente autorevole e capace di difendere l'interesse nazionale e la sovranità popolare. La questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema delle forze di governo». E un plauso arriva anche dall'Udc di Lorenzo Cesa e Antonio De Poli, partito che si era speso più di altri per la candidatura Berlusconi.
«Con il suo gesto Berlusconi testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni ed è un sentimento di gratitudine condiviso da tutto il Centrodestra. Siamo fiduciosi che anche gli altri schieramenti del Parlamento mostreranno altrettanta sensibilità e responsabilità istituzionale».
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