Coronavirus

Green pass in aula, strappo della scuola: il no dei sindacati. Sulle mense aziendali sciopero e scontri

A vuoto l'incontro al ministro per la ripresa delle lezioni. Aziende in fibrillazione per la ripresa: dalla Trilix di Nichelino parte una mail con al prescrizione di certificato verde. Da oggi attivi i controlli mirati del Viminale in tutta Italia.

Green pass in aula, strappo della scuola: il no dei sindacati. Sulle mense aziendali sciopero e scontri

Ci sono i fanatici del green pass, che lo considerano essenziale per ricominciare a vivere una vita (quasi) normale, quelli che storcono la bocca ma lo tollerano, e gli irriducibili, che mai e poi mai lo scaricheranno. Dopo la prima settimana di rodaggio, il certificato verde continua a tenere banco. Un tema sempre più caldo, che sta avvelenando anche il mondo della scuola. Proprio l'obbligo imposto al personale scolastico è uno dei nodi che ieri ha fatto saltare la trattativa con i sindacati, che non hanno firmato il protocollo sulla sicurezza delle scuole in vista della ripresa delle lezioni. L'incontro con i tecnici del ministero è stato aggiornato a dopo Ferragosto, ma le posizioni sono ancora distanti anche sulle modalità di verifica delle certificazioni, sui tamponi e sul distanziamento in classe.

Lo strumento scelto per arginare la salita dei contagi e incrementare la campagna vaccinale, fa discutere, ma il governo è determinato a far rispettare la nuova norma. Soprattutto a Ferragosto, con le località turistiche prese d'assalto. I controlli saranno a campione e il Viminale ha sollecitato le prefetture a garantire massima attenzione alle verifiche. I ristoratori hanno l'obbligo di chiedere il pass ai clienti e in caso di palesi incongruenze possono pretendere il documento. Il resto lo faranno la polizia, i carabinieri e i vigili urbani con blitz a sorpresa, mirati ad appurare la regolarità dei certificati esibiti e anche il rigore degli esercenti nel chiederli agli avventori, unica incombenza a rischio multa per chi non procederà alle necessarie verifiche.

Chiariti i dubbi sull'applicazione del decreto e sui controlli, è anche il mondo del lavoro a non trovare una quadra sull'uso della certificazione. In assenza di una norma nazionale, le aziende cominciano a muoversi in ordine sparso e i sindacati sono in fibrillazione. Dopo la conferma dello sciopero proclamato dalla Hanon Systems di Campiglione Fenile, specializzata in componenti elettrici, contro l'obbligo di green pass per accedere alla mensa, sempre in Piemonte, la Trilix di Nichelino, azienda di progettazione stile per l'automotive del gruppo Tata Motors, ha comunicato via mail ai suoi 80 dipendenti che al rientro da un periodo di ferie superiore alla settimana ciascuno dovrà recarsi all'ufficio personale per esibire il green pass. E chi non ce l'ha? Basterà un tampone negativo eseguito nelle ultime 48 ore, ma a proprie spese. Apriti cielo. Per la Fiom Cgil di Torino si tratta di «una grave violazione della legge e delle norme a tutela della privacy (con costi ingiustificati dei tamponi in capo ai lavoratori)». Una questione che verrà posta all'attenzione del Garante. Perché, sottolinea il sindacato, «è vietato alle imprese accedere alle informazioni sanitarie dei dipendenti mentre, in assenza di una legge sull'obbligo vaccinale per i lavoratori dell'industria, è illegittimo condizionare l'ammissione al lavoro sulla base del possesso del green pass». Senza una norma a hoc, insomma, difficile evitare le fughe in avanti delle imprese. La questione è delicata. I sindacati non sono contrari al pass, che ritengono uno strumento utile per sostenere la campagna vaccinale. «Ma - ribadisce il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra - non può diventare il modo surrettizio per scaricare sulle relazioni sindacali l'obbligo alla vaccinazione, che rimane in capo alla legge». «E per i non vaccinati, chi paga i tamponi?», chiede Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

L'ordine del medici, invece, considera il certificato verde «una grande opportunità» per la ripresa delle normali attività. E anche per il lavoro. «Bisogna superare un po' le paure che rappresentano solo retaggi di carattere culturale e che vanno smontati con grande razionalità», spiega il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli. «Noi per primi abbiamo sperimentato l'obbligo del vaccino. Eravamo in grandissima difficoltà nel momento in cui registravamo, costantemente, decessi tra gli operatori sanitari. Oggi il personale vaccinato non si ammala e non muore di Covid», aggiunge.

Se il green pass servirà per aumentare la capienza degli impianti sportivi all'aperto, non tutti nel mondo dello sport lo accolgono con favore. C'è chi, come Gherardo Tecchi, presidente della Federazione ginnastica d'Italia, lo considera addirittura una «iattura».

Un controsenso, a suo dire, consentire ai ragazzini andare a scuola e fare educazione fisica senza certificato e vietare loro l'ingresso nelle palestre senza pass.

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