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"Erano tutti informati". Cosa c'è dietro lo strappo sul green pass

Dopo il voto in aula a favore degli emendamenti dell’opposizione il leader della Lega minimizza e rivendica i risultati raggiunti

"Erano tutti informati". Cosa c'è dietro lo strappo sul green pass

“Il premier Mario Draghi era al corrente di tutto, il mio interlocutore è lui non i singoli ministri, ma in ogni caso anche gli altri erano informati”. Il giorno dopo il voto in aula a favore degli emendamenti di Fratelli d’Italia sul Green pass, il leader della Lega Matteo Salvini getta acqua sul fuoco, ridimensionando la portata della scelta politica del Carroccio. Per l’ex ministro dell’Interno non c’è alcuna ambiguità nell’operato del suo partito e all’orizzonte non si prevede nessuna burrasca all’interno del governo. Al Corriere della Sera ha detto: “Noi garantiamo un equilibrio tra il diritto alla salute e quello al lavoro, Se avessimo dato retta al ministro Roberto Speranza e a quelli come lui oggi saremmo ancora tutti chiusi in casa. A fare la fame”.

Salvini non è tenero neppure con il Pd, definito “il partito dell’ipocrisia”. Il leghista lamenta l’atteggiamento dei democratici sul ddl Zan. “È da un anno – ha spiegato – che tengono in ostaggio il Parlamento con l'omofobia”. Il capo del Carroccio rivendica anche i risultati ottenuti, grazie a una condotta coerente tenuta negli ultimi mesi. Tra i provvedimenti che hanno il marchio Lega, Salvini annovera l’estensione della validità del Green pass da nove a dodici mesi e la messa in sicurezza degli albergatori, che rischiavano la bancarotta. La strada è tracciata anche per i ristoratori che in futuro non andranno più penalizzati.

L’iniziativa di ieri di votare gli emendamenti di Fratelli d’Italia sul Green pass e di ritirare all’ultimo momento le correzioni alla certificazione verde presentate insieme all’opposizione, aveva provocato la reazione stizzita degli alleati. In questo modo si è evitato il ricorso alla fiducia, ma non il malcontento nella maggioranza di governo. In particolare, il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno preso di mira la Lega e il suo leader Salvini. Il voto a braccetto con Giorgia Meloni è stato definito “inaccettabile” e “incoerente” dai democratici. Ad esporsi è stato, in prima persona, il segretario nazionale Enrico Letta, il quale ha chiesto al Carroccio di fare una scelta di campo e di stare o con la maggioranza o con l’opposizione.

I 5 Stelle, invece, hanno invitato i leghisti a dire agli italiani da che parte stanno e di chiarire in maniera definitiva la loro posizione, mentre il ministro Speranza ha definito “ambiguo” il comportamento del Carroccio.

La sortita della Lega, comunque, non ha avuto effetti sul piano pratico, poiché tutti gli emendamenti non sono passati, rendendo ancora più saldo l’obbligo del Green pass.

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