Politica

Gregoretti, sì al voto su Salvini. I giallorossi pronti a disertare

Nessun rinvio come chiesto dalla maggioranza. Pd e 5s tentati dalla fuga in giunta: temono l'effetto boomerang

Gregoretti, sì al voto su Salvini. I giallorossi pronti a disertare

Il centrodestra mette in fuga la maggioranza giallorossa sul caso Gregoretti. Le opposizioni bloccano il tentativo di Pd, Cinque stelle, Italia Viva e Leu di rinviare il voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini: si deciderà lunedì 20 gennaio nella giunta per le Immunità. Poi l'Aula di Palazzo Madama avrà trenta giorni per ratificare o respingere la decisione assunta dalla giunta. L'ex ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona perché, quando era titolare del Viminale nel precedente governo, non avrebbe assegnato un porto di sbarco alla nave della Marina Militare Gregoretti. La maggioranza, che già si è espressa a favore dell'autorizzazione a procedere, potrebbe disertare la seduta del 20 gennaio. Pd e Cinque stelle temono che il via libera al processo sia un'arma in mano a Salvini a cinque giorni dal voto in Emilia Romagna. La partita decisiva si è però giocata ieri nella giunta per il Regolamento del Senato: dopo tre ore di polemiche e caos, la giunta ha approvato l'ordine del giorno, presentato dal centrodestra (Fdi, Lega e Forza Italia), che conferma il voto per il 20 gennaio.

Lo scontro si è chiuso con il risultato di 7 a 6 per il centrodestra. Decisivo il voto del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il mancato rinvio fa impazzire la maggioranza giallorossa. Mentre Salvini non teme il via libera della giunta per le immunità al processo: «Andrò in quel tribunale a testa alta sicuro di rappresentare la maggioranza del popolo italiano» dice il leader del Carroccio a TeleLombardia. Il «semaforo verde» alla Giunta per il regolamento all'ordine del giorno è arrivato dopo che la seduta si era aperta con il riequilibrio dei componenti della Giunta, composta fino a questa mattina da dieci senatori, sei della minoranza, 2 M5s e 2 Pd. Casellati, su richiesta e indicazione della maggioranza, ha chiamato a farne parte Loredana De Petris e Julia Unterberger, presidenti del Misto e del Gruppo per le Autonomie. Prima della votazione finale, la Giunta, all'unanimità e senza il voto di Casellati, ha affermato la perentorietà dei limiti fissati dalle norme di Palazzo Madama, ha sancito che la Giunta abbia 30 giorni di tempo per esprimersi su una richiesta di autorizzazione a procedere contro un ministro.

A questo punto l'opposizione ha presentato un secondo documento: un ordine del giorno per chiedere una deroga per il solo caso Gregoretti poiché il termine dei 30 giorni sulla vicenda che tocca il leader della Lega scadeva proprio ieri. Ma ieri - era la tesi sostenuta dal centrodestra - la Giunta non poteva riunirsi perché due suoi componenti erano in missione con la commissione Antimafia negli Stati Uniti (Pietro Grasso e Mario Giarrusso) e perché doveva essere convocata con un preavviso di almeno 24 ore. L'ordine è passato con il voto decisivo di Casellati.

Lunedì, dunque, la Giunta per le immunità voterà sulla relazione con cui Maurizio Gasparri proporrà di rigettare l'istanza dei magistrati siciliani. Numeri alla mano, l'esito sembra scontato. La relazione dovrebbe essere bocciata della Giunta formata da 10 rappresentanti del centrodestra e da 12 della maggioranza.

Ma c'è l'opzione di una fuga di massa dei giallorossi.

Commenti