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Gregoretti, Salvini spariglia: "La Lega vota sì al processo"

L'ex ministro: portatemi in tribunale per il caso della nave. Bonafede: chi attacca i giudici aiuta i delinquenti

Gregoretti, Salvini spariglia: "La Lega vota sì al processo"

M atteo Salvini vuole dimostrare di avere più fegato di coloro che lo vogliono di fronte al Tribunale dei ministri per il caso Gregoretti. Ormai ha deciso: si farà processare, mettendo fine allo scontro portato avanti da Pd e 5 stelle che vorrebbero, tanto per parafrasare Repubblica, cancellarlo dalla scena politica italiana. Lo ha annunciato ieri in una diretta Facebook trasmessa da Cattolica: «Ci ho ragionato ieri e stanotte - ha spiegato - e sono arrivato a una decisione, che ormai è diventata una barzelletta che va avanti da anni, e ho deciso che domani chiederò a chi deve votare, quindi anche ai senatori della Lega, di farmi un favore. Votate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte. Portatemi in Tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, e ci portino tutti in Tribunale».

Il «Capitano» sa che questa è l'unica via per sconfiggere la maggioranza, che lo vuole processare per sequestro di persona quando lui cercava, come ha spiegato fin dall'inizio, di difendere i confini nazionali come un ministro dell'Interno dovrebbe fare. Per questo è probabile che oggi anche i senatori della Lega voteranno per il via libera all'autorizzazione a procedere nei suoi confronti, nonostante il caso Gregoretti sia identico a quello di nave Diciotti, per il quale Salvini non fu rinviato davanti ai giudici.

Incurante di essere già accusato (e a processo) per vilipendo alla magistratura, attacca di nuovo le toghe: «Si stabilisca una volta per tutte se il giudice deve fare il giudice o il ministro. Se vuoi fare il ministro molli la toga e vai a fare il ministro, altrimenti non rompi le scatole a chi lavora: sono stufo, e processo, processo, processo. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora».

Da ricordare che Nicola La Mantia, Roberto Corda e Sandra Levanti, ovvero i magistrati che dovranno giudicarlo, sono tutti di Magistratura democratica, ossia di quella corrente giudiziaria che si oppone a chi vuol bloccare i barconi e che predica l'accoglienza. Md, guarda caso, nel silenzio di tutti ha tolto dal suo sito i nomi dei tre giudici.

Salvini è stato attaccato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che lo ha rimproverato: «Il rispetto per la magistratura, anche quando si fanno le critiche, è l'abc della democrazia. Non mi interessa rispondere a Salvini che, chiaramente è alla disperata ricerca di polemiche. Voglio soltanto dargli un'informazione che, da ex ministro dell'Interno, dovrebbe conoscere: i giudici italiani e le forze dell'ordine lavorano già ogni giorno contro criminalità, spacciatori e delinquenti. Chi attacca i giudici fa un favore proprio ai delinquenti».

Ma in soccorso del Capitano è arrivato il leghista Giancarlo Giorgetti: «Quello di Salvini è un atto di coraggio che mette fine a un tormentone», ha chiarito. Per poi proseguire: «La maggioranza dei cittadini sta dalla parte di Salvini. La decisione della Giunta non è vincolante per nessuno, è una proposta per l'Aula che deciderà tra un mese».

Quello che è probabile è che il gesto del leader della Lega gli porterà consensi alle Regionali dell'Emilia Romagna e della Calabria.

Lui probabilmente andrà a processo, ma il governo e la maggioranza, ancor più adesso, traballano sotto il peso delle loro scelte.

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