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Grillini al voto nei gazebo padani

Salvagente pentastellato per aumentare i «Sì» al patto

Grillini al voto nei gazebo padani

Mentre - Luigi Di Maio e Matteo Salvini a Roma ieri mattina chiudevano «su premier e squadra di governo», gli italiani chiamati a esprimersi sull'intesa non avevano ancora finito di dire la loro. I gazebo della Lega sparsi in tutta Italia per votare il contratto di governo erano attivi fino a sera, quando è uscito il plebiscito: 91 per cento di «Sì» e 215mila votanti. E ad accorrere a dare il via libera alla scheda che elencava i dieci punti prioritari del Carroccio, senza però citare il reddito di cittadinanza, c'erano anche molti elettori del Movimento Cinque Stelle. D'altronde la consultazione non era riservata agli iscritti: bastava presentarsi con la carta di identità per mettere la propria croce sull'accordo. «Non era un congresso di partito ma un modo per tastare il sentiment degli italiani», giustificano da via Bellerio. «Sì è vero, tanti grillini sono venuti a votare il programma nei nostri gazebo», spiegano i militanti leghisti in quelli allestiti a Milano. Nonostante gli iscritti al Movimento abbiano già votato per il «Sì» al matrimonio con Salvini in larga maggioranza (94 per cento) sulla piattaforma Rousseau, tanti hanno voluto comunque approfittare della chiamata del Carroccio. Per sostenere non certo le priorità messe nero su bianco nella scheda della Lega, dalla legittima difesa allo stop all'immigrazione, ma a quelle cari al Movimento e inserite nel contratto integrale del governo giallo verde. A partire dal reddito di cittadinanza, che invece è stato omesso dall'elenco leghista. «Abbiamo scritto le nostre priorità - ha spiegato Salvini - i contenuti del contratto sono stati ampiamente diffusi in questi giorni». Ecco dunque, che accanto ai militanti della Lega in fila, si presentano anche i grillini: «D'altronde ora siamo alleati». Ma sono pochi, in verità, i leghisti che digeriscono il reddito di cittadinanza, lo stop alle grandi opere a cominciare dalla Tav, e la chiusura dell'Ilva.

«Il rospo va ingoiato, pur di partire», allargano le braccia anche i più ortodossi. Roberto Calderoli, tra le bandiere leghiste del bergamasco, rassicura il popolo del Carroccio: «Conta ciò che c'è nel contratto, che sarà il pilota automatico del governo». Ma l'insofferenza reciproca non si ferma qui. A Napoli, la tensione è salita alle stelle per le proteste degli attivisti del centro sociale Insurgencia che da sempre contesta Salvini.

E che ora accusa anche gli «amici» grillini: «Per una poltrona avete dimenticato la terra dei fuochi», lo slogan gridato ieri, mentre contro i gazebo veniva lanciata della carta igienica con le facce dei due leader.

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