"Grillo? Una bella gatta da pelare per Letta"

Il video di Beppe Grillo irrompe nel Pd come un boomerang. È forte l'imbarazzo che proviene dal Largo del Nazareno e che mette in pericolo l'alleanza col M5S

"Grillo? Una bella gatta da pelare per Letta"

Il video di Beppe Grillo irrompe nel Pd come un boomerang, proprio nei giorni in cui i giallorossi erano a lavoro per cercare di far calendarizzare il ddl Zan.

Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha definito le parole del fondatore del M5S “inacettabili”, mentre il suo vice, Giuseppe Provenzano, parlando al Tg4, ha chiarito: "Quanto al M5s, è la prima forza in Parlamento, fa parte di una maggioranza di governo, ci abbiamo governato, ma il futuro dell'alleanza dipende dall'evoluzione del M5s, dal tentativo in corso da parte di Conte di creare un nuovo Movimento”. Per tutta la giornata di ieri, da vari esponenti del Pd sono partiti numerosi inviti affinché l'ex premier prendesse una posizione chiara, a proposito delle dichiarazioni rilasciate da Grillo sulla violenza sessuale che suo figlio, insieme ad altri amici, avrebbe commesso nei confronti di una sua coetanea. “Comprendo le preoccupazioni e l'angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la giovane ragazza direttamente coinvolta nella vicenda e i suoi familiari che sicuramente staranno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza", ha affermato in una nota Giuseppe Conte aggiungendo che:"In questa vicenda vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l'autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche”. Conte, infine, ribadisce di “ritenere indiscutibile il principio dell'autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne”.

Il sondaggista Alessandro Amadori, sentito da ilGiornale.it, spiega che la mossa del fondatore del M5S ha sparigliato le carte e messo in difficoltà sia i dem sia i Cinquestelle: “Grillo ha smesso i panni del king-maker, il mentore esterno che protegge benevolmente il M5S verso un'evoluzione di tipo istituzionale, per tornare a fare il combattente. Cambia ruolo, da mentore a combattente in prima persona. Questo mette in grande difficoltà Conte che doveva essere lui il nuovo “re”. Ma “quella di Grillo – spiega ancora Amadori - è una bella gatta da pelare per Letta, una situazione imbarazzante più per lui che per Conte”. Secondo il sondaggista, infatti, la missione per la quale Letta è stato chiamato a svolgere il ruolo di segretario era quella di perfezionare, attraverso la sua calma e le sue doti diplomatiche, la convergenza tra M5S e Pd. Ora “sicuramente la mossa di Grillo complica questo progetto perché costringe anche il più neutrale e razionale a chiedersi: 'ma qual è l'identità della controparte?'. Anche il meno istintivo dei leader, si pone qualche domanda...”.

Una fonte interna al Nazareno ci spiega: “Beppe Grillo ha detto qualcosa di profondamente sbagliato e vergognoso ed era giusto condannarlo a prescindere dalle vicinanze politiche. Ma Letta ha giustamente intrapreso un dialogo con Giuseppe Conte, non con Grillo”. La speranza dei dem è quella di aprire un dialogo con colui che dovrebbe essere il nuovo leader del M5S “ma senza subalternità e con la volontà di fare del Pd il perno del centrosinistra, costruendo un'alleanza larga e coerente basata su un insieme di valori”. Sempre dal Pd, un po' maliziosamente, fanno notare che: “fa abbastanza ridere vedere che proprio il padre del giustizialismo, insieme a Scanzi e Travaglio, si sia messo in quella posizione. Non si può essere giustizialisti a giorni alterni”. Dai dem viene, inoltre, ribadito che il Pd vuole essere il perno del nuovo centrosinistra e, pertanto, “è giusto incontrare tutti i soggetti con cui si possono condividere istanze politiche e sociali”. Dunque, non solo i grillini, ma anche i rappresentanti di Open Arms. Per quanto riguarda l'eccessivo interesse per i migranti e i diritti civili che Letta continua a porre al centro del dibattito, il sondaggista Amadori spiega che “Letta è una persona di ottima cultura che ha un approccio molto razionale ai problemi, non si fa prendere dall'emotività e preferisce ragionare quasi come se la pandemia non ci fosse. Si critica Letta per essere Letta, ma nel suo agire è molto coerente e lineare”.

Dal Pd, invece, ci viene detto che i problemi sanitari ed economici non sono stati messi in secondo piano, ma “il ddl Zan e lo ius soli sono battaglie del Pd che non sono scomparse con la pandemia: anzi le disuguaglianze e le contraddizioni che vogliono risolvere si sono aggravate”.

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