Elezioni politiche 2022

Così Grillo commissaria Conte

Giuseppe Conte vorrebbe maggiore libertà di scelta, almeno sui capilista, ma Grillo è granitico: il Movimento 5 stelle deve tornare alle origini

Così Grillo commissaria Conte

Assunto che non ci saranno deroghe al secondo mandato nel Movimento 5 stelle e che Beppe Grillo non ammette nessuna concessione in tal senso, volenti o nolenti i pentastellati hanno dovuto accettare quella che è una regola imprescindibile del credo grillino. Ora, accantonata questa grana, Giuseppe Conte ne deve risolvere un'altra: le "parlamentarie", ossia la scelta dal basso dei candidati da portare in parlamento alle prossime elezioni. Appartengono al primo corso del Movimento 5 stelle e sottostanno alle regole scritte da Beppe Grillo e da Gian Roberto Casaleggio e su molte di queste, ora, Giuseppe Conte è chiamato a ragione per capire in che direzione portare il partito.

Ci sono alcuni capisaldi da verificare, ossia territorialità e pluricandidature. Ma, sicuramente, la priorità di Giuseppe Conte in questo momento è il simbolo, non fosse altro per i tempi molto stretti che è chiamato a rispettare. Entro il 14 agosto, quindi tra due settimane, il simbolo dovrà essere depositato, pena l'esclusione dalle candidature. Giuseppe Conte pare trascorra gran parte del suo tempo al telefono con Beppe Grillo per tentare di sbrogliare la situazione, una priorità dopo l'altra. Le parlamentarie sono previste dallo statuto del M5s e, quindi, il garante non vuole rinunciarvi, anche perché sono uno dei tratti distintivi del partito. Anche su questo punto, Giuseppe Conte pare abbia chiesto qualche libertà in più, attuando una sorta di sistema misto che gli consenta quanto meno di indicare i capilista e blindare una manciata di fedelissimi.

Anche in questo caso, però, Beppe Grillo appare irremovibile sulla sua decisione con l'obiettivo di riportare il M5s alle origini, senza snaturare ulteriormente un partito già modificato con l'ingresso di Conte. Per le parlamentarie, dal punto di vista di Conte, si aggiunge anche il problema di Skyvote, perché secondo alcuni potrebbe mettere a rischio la selezione dei candidati esponendola alle cosiddette correnti dimaiane, con potenziali cavalli di Troia pronti a entrare in parlamento. Ma Giuseppe Conte si mostra sereno nell'intervista rilasciata a il Fatto Quotidiano: "Rispetteremo lo statuto coinvolgendo anche gli iscritti nella formazione delle liste e riservando al leader l'ultima parola". In questo modo, l'avvocato si lascerebbe ampia libertà di movimento ma dalle parti di Grillo queste sue parole pare non siano state accolte favorevolmente.

Un altro nodo è quello della territorialità, che prevede la residenza nel collegio di elezione. Anche in questo caso, Grillo non sembra sentir ragioni. "Così rischiamo di non eleggere nessuno sopra la linea del Rubicone", è la sintesi di un parlamentare.

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